In realtà la competizione non è mai cessata, almeno per quanto riguarda il porto di Catania, dopo la presidenza di Santo Castiglione, conclusasi nel 2012, a parte la breve parentesi del Presidente Annunziata che, tra sospensione, riabilitazione e assenze varie, è durata circa tre anni.
Dal 2012 ad oggi si sono alternati ben 6 Commissari straordinari, tutti candidati alla governance e tutti con programmi di vario genere ma con un solo riconoscimento: “lo sviluppo del porto Etneo e, dopo la composizione dell’AdSP avvenuta nel 2017, anche del porto di Augusta”.
Ritornando sullo scalo Etneo, malgrado l’emergenza da COVID-19, i traffici commerciali si mantengono stabili: rotabili, merci varie, containers. Ovviamente il declino riguarda solo il traffico crocieristico, ma si prevede una graduale ripresa a partire dalla prossima Primavera.
Tuttavia, se non fosse accaduto nel 2017 il crollo della Nuova Darsena Polifunzionale non ancora ripristinata, quale effetto negativo della presenza disordinata di migliaia di rotabili lungo tutte le banchine commerciali e non; alcuni disagi degli operatori e utenti portuali per il dissesto strutturale di molte zone del porto; la viabilità portuale in condizioni di estrema precarietà; l’inspiegabile differimento della realizzazione del punto frontaliero PCF per il controllo all’import di prodotti alimentari in container che costringe gli utenti del nostro porto a trasferire tali controlli nel porto di Pozzallo che, seppure con un traffico molto contenuto di containers, dispone, per fortuna, di tale struttura; la distrazione istituzionale verso l’allungamento della banchina nr. 6 dove insiste il Silos per cereali, quale causa diretta del dirottamento in altri porti di navi lunghe oltre 170M; l’accumulo disordinato di pratiche per concessioni, autorizzazioni e varie, e tanti altri semplici e superflui problemi, sarebbe irragionevole non riconoscere l’efficacia operativa della GOVERNANCE PORTUALE che si è alternata negli ultimi 10 anni.
L’auspicio migliore è quello di augurarci per il futuro una Presidenza che abbia una profonda conoscenza del territorio, una discreta esperienza dei traffici internazionali marittimi, un certo senso pratico ed evitare l’estrema burocrazia che potrebbe costringere molte attività portuali a proseguire sull’immobilismo GATTOPARDIANO.