Chi dice donna dice tanto

Rieducazione uomini violenti in Sicilia qualcosa si muove

PALERMO – Sono undici i Cuav che si candidano a essere distribuiti su tutto il territorio regionale, insieme a uno sportello dedicato a Trapani. Si tratta dei Centri per uomini autori di violenza, pensati per lavorare sui soggetti presi in carico al fine di modificare i loro comportamenti violenti intraprendendo un percorso psico-educativo di gruppo.

Centri per il recupero degli uomini autori di violenza

È stata pubblicata dall’assessorato regionale alla Famiglia la graduatoria provvisoria dell’avviso pubblico per gli interventi, previsti all’articolo 26-bis del decreto legge n. 104 del 2020, volti alla promozione e al recupero degli uomini autori di violenza, attraverso l’istituzione e il potenziamento dei centri di riabilitazione per “uomini maltrattanti”. In elenco sono stati ammessi dodici progetti mentre in sette sono stati esclusi, per mancanza di requisiti o per l’assenza di documentazione, o perché nell’ambito provinciale era già stato valutato positivamente un progetto alla medesima associazione. Gli esclusi potranno comunque presentare richiesta motivata di riesame o osservazioni in opposizione all’attuale graduatoria.

Il servizio agisce in un’ottica di prevenzione e di riduzione del rischio di nuovi comportamenti violenti e mette al centro del lavoro la sicurezza della donna. L’intervento, rivolto alla singola persona, è strutturato in due fasi: a primo impatto, viene effettuata una valutazione dell’idoneità dell’intervento. Questo passaggio include la valutazione del rischio, della motivazione al cambiamento e della compatibilità con il lavoro di gruppo. Al termine della prima fase, se idonei, si può accedere alla successiva, cioè all’intervento rieducativo. Si articola in diversi incontri di gruppo e un colloquio individuale di “restituzione”. Il gruppo, guidato da diversi esperti, affronterà il tema della violenza in tutti i suoi aspetti, la responsabilità di chi agisce e utilizza comportamenti violenti, il riconoscimento delle emozioni, le tecniche di controllo della rabbia e le strategie per prevenire condotte violente.

Gli sportelli, invece, garantiscono interventi di diagnosi, sostegno psicologico, valutazioni complessive attinenti all’esecuzione di misure alternative e accompagnamenti durante i permessi presso le case di reclusione.

Finanziamenti per un totale di 800 mila euro

I finanziamenti, per un totale di 800 mila euro, provengono dal fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, annualità 2022. Il comma 2 dell’art. 5-bis del decreto-legge n. 93 del 2013, infatti, prevede che il ministro delegato per le Pari opportunità, attraverso un’intesa in sede di conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, provveda a ripartire annualmente tra le regioni le risorse del “Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità”, tenendo conto della programmazione regionale e degli interventi già operativi per contrastare le violenza di genere nei confronti delle donne. I progetti finanziati andranno a promuovere diverse attività: l’ascolto e l’accoglienza degli uomini autori di violenza o maltrattamento, che vi accedono su base volontaria, o su invito dell’autorità giudiziaria, delle forze dell’ordine, dei servizi socio- assistenziali, delle associazioni che si occupano di accoglienza alle vittime. Tale accoglienza può essere anche telefonica. Quindi verrà effettuata la valutazione del rischio, e la successiva presa in carico. Gli interventi dovranno garantire la sicurezza, il supporto e i diritti umani delle vittime. È esclusa l’applicazione della mediazione familiare e di terapie di coppia per la gestione dei conflitti.

Verranno anche attivati percorsi di trattamento criminologici

Verranno anche attivati percorsi di trattamento criminologici per uomini condannati per reati di violenza di genere, che usufruiscono di misure alternative alla detenzione, imputati in fase giudiziale per reati di violenza di genere e percorsi di trattamento per uomini detenuti all’interno delle case circondariali per reati di violenza nelle relazioni intra-familiari. In parallelo, gli operatori coinvolti si incontreranno in momenti di interscambio professionale e riflessione critica sulle metodologie ed approcci utilizzati, per la costruzione di modelli di presa in carico dei maltrattanti. A parte, si lavorerà per la diffusione della conoscenza dei centri, e la sensibilizzazione della cittadinanza ai temi del rispetto dei diritti della donna.