Rifiuti a cielo aperto senza alcun controllo

PALERMO – La Regione corre in aiuto di Palermo per tamponare l’ennesima emergenza ambientale derivata dalla discarica di Bellolampo. E non si tratta soltanto dei milioni di euro anticipati al Comune, ma anche di un sistema, quello delle discariche, che non ha futuro in una Sicilia che fa crescere la differenziata ma che ancora fatica trovare la via dell’impiantistica. E su tutto il peso del ministro Costa contrario alla termovalorizzazione.

POTERE SOSTITUTIVO DELLA REGIONE
Lo scorso 12 novembre la Giunta regionale ha approvato il disegno di legge “Azione di prevenzione in materia ambientale”. Un’azione necessaria che deriva da alcune rilevazioni dell’Arpa esplicitate in una relazione dell’inizio di settembre, nella quale si legge che – in seguito a sopralluoghi ispettivi alla piattaforma di Bellolampo, la più grande discarica della Sicilia occidentale – i tecnici dell’Agenzia segnalano “il deposito di ingenti quantitativi di rifiuti indifferenziati, differenziati e parzialmente trattati, in spazi all’aperto non dedicati e sprovvisti di presidi utili a limitare la potenziale compromissione delle matrici ambientali”. In particolare, si spiega, “gli spazi interni ai capannoni dedicati alla movimentazione risultano occupati da rifiuti da inviare al trattamento e pertanto non è consentito l’accesso alle bicelle”. Inoltre “all’interno delle celle, in cui è stata riscontrata anche la presenza di rifiuti tal quale, i rifiuti permangono ben oltre il tempo previsto per il processo di biostabilizzazione”.

LA MINACCIA AMBIENTALE
L’Arpa reputava che la situazione potesse “costituire imminente minaccia di danno ambientale” e in questo senso si è imposta per la Regione la necessità di intervenire in via sostitutiva e a titolo di anticipazione, attivando “ogni azione necessaria ed utile per la prevenzione e per la tutela delle matrici ambientali e della pubblica incolumità”. In questo senso si specifica che la norma ha la finalità di “sostenere il Comune di Palermo, in attesa del completamento del sistema impiantistico, garantendo una gestione in piena sicurezza dei rifiuti urbani a Palermo”. Un’iniziativa che, intervenendo in un ambito territoriale ad alta densità demografica, si rende necessaria anche al fine di “scongiurare che gli effetti negativi della crisi di Bellolampo possano coinvolgere l’intero territorio regionale”.

L’INTERVENTO
In campo ci sono 7 milioni di euro derivati dall’accertamento dei costi storici effettivi “sostenuti a Palermo, negli anni 2014-2018, per lo smaltimento del percolato delle vasche dismesse di Bellolampo, come attestati nella relazione depositata dalla Rap”.

SENZA LE DISCARICHE SI RISPARMIA
Lo studio è dello scorso maggio ma è sempre attuale: il Cesisp, il Centro di Economia e regolazione dei servizi, dell’industria e del settore pubblico dell’Università di Milano-Bicocca, ha sottolineato l’elevato costo della bolletta in rapporto all’assenza di impianti e alla preponderanza delle discariche, registrando, in termini di sovraccosti, il servizio rifiuti più caro d’Italia proprio a Palermo Est, dove appunto domina la discarica di Bellolampo, con una tasso che vale 550 euro per tonnellata.