Ambiente

Rifiuti e degrado nelle città siciliane, le soluzioni di Legambiente

La polemica ferragostana, accesa dai post social a fulmicotone sullo stato di degrado di molte nostre aree periurbane, aree di sosta stradale e in, alcuni casi, anche in quelle urbane (Palermo e Catania) dovute all’abbandono illegale e incivile dei rifiuti, non sembra ad oggi aver ancora sortito nessun effetto ma, addirittura,  ha aggiunto un ulteriore difetto di immagine istituzionale e gestionale.

Se le cause dell’abbandono illegale dei rifiuti, dovunque e ovunque, persino nei mausolei dedicati alle vittime di mafia, sono note agli addetti politici e gestionali del settore (evasione della TARI, seconde case abusive, una non omogenea raccolta differenziata su ambiti territoriali con 203 stazioni appaltanti del servizio su 390 comuni, assenza di centri comunali di raccolta), al contrario le soluzioni proposte sembrano proprio non tenere conto delle cause.

Recentemente, l’assessore regionale Baglieri intervenendo sull’annosa e diffusa questione, ahi noi solo dopo le bordate social della influencer, ha addirittura aggiunto tra le cause degli abbandoni la mancanza dei cassonetti stradali ritenendoli invece “uno strumento utile per contrastare la creazione delle microdiscariche” . 

Al contrario, sembrerebbe che in quelle poche città dove i cassonetti stradali sono ancora presenti, come a Palermo e a Catania, questi siano l’attrattore principale della creazione di micro e macro discariche.

Se ci sono delle soluzioni da proporre, queste non possono che essere in coerenza con lo sforzo che molte amministrazioni locali e milioni di cittadini siciliani onesti hanno fatto negli ultimi anni per avere un servizio di gestione della raccolta differenziata efficace ed efficiente, come il porta a porta  in linea con gli obiettivi di recupero e riciclaggio previsti dalla normativa nazionale ed europea. Cassonetti stradali (anche quelli presunti intelligenti), discariche e inceneritori rappresentano solo scorciatoie che farebbero ripiombare nella preistoria la gestione dei rifiuti in Sicilia.

Vediamo alcune soluzioni che altre città hanno già adottato e che hanno dato risultati positivi.

Se la causa di gran parte degli abbandoni illegali e incivili è legata alla sistematica mancata denuncia di diversi immobili (prime e seconde case) ai fini del pagamento della TARI, allora occorrerebbe rapidamente intervenire sulle banche dati del catasto edilizio di ogni comune per individuare gli evasori e chiedere l’immediata regolazione della denuncia, del pagamento e dell’adeguamento al servizio di raccolta differenziata porta a porta (imprescindibile affinché il sistema funzioni efficacemente).

Al fine di rendere ancora più efficace l’intervento, è necessario che il sistema di tariffazione non sia, basato sulla metratura dell’immobile e sul numero dei componenti familiari, come è attualmente oggi nel 99% dei comuni siciliani, ma si basi invece sulla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti, vale a dire su un sistema che consenta la tracciabilità della produzione dei rifiuti, così come è corretto che sia, in base al principio “chi inquina paga”.

Nei diversi comuni italiani che sono passati alla cosiddetta TARIP (tariffazione puntuale) i risultati sono stati evidenti sia nel miglioramento della quantità e qualità della raccolta differenziata sia nel contrasto all’evasione ma anche, e come conseguenza della estensione dei contribuenti regolari, in una significativa riduzione della tariffa.

Altrettanto efficace, soprattutto nei comuni ad alta densità turistica, risulta essere la presenza di centri comunali di raccolta o isole ecologiche presidiate da personale qualificato e disponibile, aperti 7 giorni su sette come nel comune di Cefalù, situati in prossimità di quelle aree periurbane nelle quali è difficile effettuare un servizio di raccolta capillare contrastando efficacemente gli abbandoni incivili.

Contestualmente, andrebbe rafforzato un sistema di controllo e vigilanza del territorio utile a contrastare e perseguire tutte le forme di abuso illegale del nostro territorio.

È evidente che questa transizione, necessaria e urgente, verso un sistema efficace di gestione del servizio di raccolta differenziata, capace di contrastare gli abbandoni illegali dei rifiuti,  non possa e non debba essere fatta a macchia di leopardo (vanificherebbe di fatto gli sforzi di quei comuni virtuosi), e lasciata esclusivamente sulle spalle dei comuni con le loro poche risorse economiche e professionali ma, come è corretto che sia, prontamente ed efficacemente sostenuta e regolata dal governo regionale e dalle sue articolazioni territoriali.

Tommaso Castronovo

Legambiente Sicilia Responsabile Rifiuti ed Economia Circolare