Politica

Rifiuti, la Regione ci liberi dalla schiavitù delle discariche

PALERMO – La possibilità di una svolta nella gestione dei rifiuti in Sicilia, fino ad ora contraddistinta dall’emergenza e dall’atavica dipendenza dal sistema discariche, arriva dal progetto di economia circolare presentato da A2A per il polo energetico di San Filippo del Mela, in provincia di Messina.

Si tratta di un impianto dotato di tecnologie innovative e soluzioni automatizzate in grado di trasformare la frazione organica dei rifiuti (Forsu) derivante dalla raccolta differenziata in biometano, gas naturale da fonte rinnovabile adatto per alimentare i veicoli o utilizzabile per usi domestici, e in compost utile all’agricoltura.

Questo il progetto per il quale A2A, tramite la sua controllata A2A Energiefuture, ha presentato istanza autorizzativa alla Regione Sicilia.
L’impianto di A2A rientra nel novero delle iniziative e degli investimenti di lungo termine in energie rinnovabili che A2A ha messo in campo in Sicilia per il sito di San Filippo del Mela.

La speranza è che la Regione siciliana proceda in tempi brevi ad autorizzare il progetto che certamente rappresenterebbe una svolta, un cambio di passo significativo nella gestione perennemente emergenziale dei rifiuti nella nostra Isola. Quello dei rifiuti è un tema ancora caldissimo e sena soluzioni concrete: la politica per decenni si è rifiutata di risolvere il problema, preferendo piuttosto lo status quo, rappresentato dall’ampliamento delle discariche esistenti. Una scelta che si è rivelata un vicolo cieco, dannosa per l’ambiente e per i cittadini. Dall’altra parte c’è la raccolta differenziata: nonostante gli sforzi compiuti, su questo fronte i risultati non sono ancora soddisfacenti e la raccolta differenzata, da sola, non rappresenta la soluzione ai nostri problemi.

A fronte di un investimento di 35 milioni di euro, l’impianto studiato da A2A si configura come una delle soluzioni più avanzate d’Europa e un esempio concreto di economia circolare a disposizione del territorio: l’eccellenza tecnologica impiegata e la configurazione dell’impianto che immetterà direttamente in rete il biometano prodotto, garantiscono un impatto pari a zero.

Il processo di trattamento dei rifiuti avviene infatti in ambienti chiusi e posti in depressione, con aspirazione 24 ore su 24, un sistema di biofiltri naturali consente di abbattere completamente eventuali emissioni odorigene. Il materiale in ingresso subirà un processo di digestione anaerobica, una trasformazione naturale che “simula” il funzionamento dell’apparato digerente dei mammiferi e permette di produrre il biometano, mentre con lo stadio di fermentazione naturale aerobica (compostaggio) si otterrà un compost di qualità, certificato anche per l’utilizzo in agricoltura biologica.

La capacità di trattamento dell’impianto è di circa 75.000 tonnellate all’anno di frazione organica proveniente dalla provincia di Messina.
A regime, il nuovo sito potrà generare dalla Forsu circa 6.000.000 di metri cubi di biometano “green” che non sarà di origine fossile ma rinnovabile e che, se immesso in rete, potrà coprire il fabbisogno di gas di circa 5.000 famiglie per il riscaldamento, l’acqua o gli utilizzi in cucina.
Infine, le 15.000 tonnellate di compost certificato per l’uso biologico prodotte ogni anno rappresenterebbero un ulteriore beneficio per la comunità agricola.

Patrizia Penna
Twitter: @PatriziaPenna