Ambiente

Rifiuti organici, raccolta in crescita ma Sud senza impianti

PALERMO – La raccolta dei rifiuti organici fa segnare un +7,5% in tutta Italia, nel corso del 2018, determinando un giro d’affari di circa 1,9 miliardi di euro. Numeri che vanno principalmente a vantaggio delle regioni settentrionali, che detengono il maggior numero di impianti e il più alto livello di raccolta.

Lo rivela il report definito dal Cic, Consorzio Italiano Compostatori, che, in occasione della “Settimana Internazionale della Consapevolezza del Compost”, ha rielaborato i dati 2018 del rifiuto organico e degli impianti italiani sui dati del Rapporto Rifiuti Edizione 2019 dell’Ispra. Intanto il settore, secondo quanto riferito dagli addetti ai lavori, ha proseguito a operare anche durante l’emergenza sanitaria, garantendo la continuità del servizio.

RACCOLTA IN CRESCITA
Sono più di 7 milioni le tonnellate di rifiuti organici (7,1 milioni, per l’esattezza) raccolte nel corso del 2018, un dato che vale un 7,5% in più rispetto alla rilevazione dell’anno prima. La media procapite sale fino a 117 kg, con una distribuzione regionale ancora molto variegata.

LE REGIONI
A dominare la graduatoria c’è la Lombardia che da sola raggiunge quota 1,3 milioni di tonnellate, cioè un quinto del totale nazionale. A seguire ci sono l’Emilia Romagna, che ha sfiorato le 800 mila tonnellate (794 mila) e quindi, a chiudere il podio, il Veneto a quota 750 mila. Al quarto e quinto posto si collocano, rispettivamente, Campania (680.000 circa) e Lazio (550.000 circa) A vincere la classifica più importante, cioè quella del dato pro capite, è pero l’Emilia Romagna con 170 kg/abitante.

LA SITUAZIONE SICILIANA
In Sicilia, sebbene i dati della Regione relativi al 2019 e al 2020 facciano riferimento a una decisa crescita della raccolta, non ci sono ancora numeri dettagliati sulla raccolta dell’organico. In relazione, pertanto, al 2018, i dati disponibili dell’Ispra registrano una quota di frazione organica pari a 312 mila tonnellate, che vale circa la metà (46,2%) del totale delle frazioni della raccolta differenziata siciliana.

PROBLEMA IMPIANTI
La differenziata da sola non basta, perché servono impianti in grado di sviluppare adeguatamente la filiera del riciclo. A fronte di un impegno del governo regionale nel recuperare uno svantaggio impiantistico evidente col resto d’Italia, restano comunque dei problemi condivisi in buona parte delle regioni meridionali e insulari. Secondo lo studio del Cic, è ancora evidente il gap impiantistico, considerando la presenza di 281 impianti di compostaggio che sono distribuiti soprattutto al Nord, dove se ne trovano ben 173 (circa il 60% del totale), mentre ce ne sono 46 al Centro e appena 62 nel Sud e nelle Isole.

UN VOLUME D’AFFARI DI PRIMO PIANO
Nel corso del 2018 il volume d’affari del settore è stato pari a 1,9 miliardi di euro e i posti di lavoro sono saliti a oltre 10 mila (10.268), facendo segnare un +8% rispetto al 2018. Dal trattamento dei rifiuti organici, secondo lo studio, sono stati ottenuti 2,04 milioni di tonnellate di compost e 312 milioni di Nm3 (normal metro cubo) di biogas, per una produzione energetica di 664.000 MWh. Andando nel dettaglio, nell’organico si calcolano 5,1 milioni di tonnellate di Forsu (Frazione organica del rifiuto solido urbano), e quasi 2 milioni di tonnellate di frazione verde (da fiori recisi a piante domestiche). Inoltre i cittadini differenziano circa 17,5 milioni di tonnellate, il 40,4% è rifiuto organico, la frazione più importante per la raccolta differenziata.