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Rifiuti, la Regione siciliana punta (anche) sulla pirolisi

PALERMO – Poco meno di nove tonnellate al giorno, per un totale annuale di 2800 all’anno e un’attività che potrà andare avanti per un decennio. Sono in termini numerici i contenuti di un’autorizzazione, rilasciata venerdì scorso dalla Regione, per un impianto mobile di trattamento dei rifiuti basato sulla tecnologia della pirolisi. A presentare la richiesta era stata la Kleo Ambiente di proprietà della famiglia di Giuseppe Norata, l’ex presidente della Rap, la partecipata del Comune di Palermo che gestisce la discarica di Bellolampo. L’impresa ha presentato l’istanza al dipartimento regionale Rifiuti nella primavera del 2023, poche settimane dopo essere stata costituita.

L’impianto prevede il trattamento di diverse tipologie di rifiuti:

Il progetto che ha ricevuto il via libera prevede il trattamento di diverse tipologie di rifiuti: si va dagli imballaggi in plastica, cartone e legno agli pneumatici fuori uso, dalla gomma ai prodotti in uscita dagli impianti di trattamento meccanico. Dalla pirolisi – un processo che sottoponendo i rifiuti a temperature dell’ordine di diverse centinaia di gradi centigradi porta alla loro termodistruzione senza combustione – si ricaveranno prodotti come l’oil crude destinato alle raffinerie, con la possibilità di sostituirlo al greggio di origine fossile, e combustibile per autotrazione. Dal processo, inoltre, verrebbe ricavato il cosiddetto gas di sintesi (syngas) da utilizzare per la produzione locale di energia al servizio dello stesso impianto e il char, una sostanza ricca di carbone e contenente ceneri il cui impiego è previsto all’interno dei cementifici. “L’autorizzazione alla gestione dell’impianto è concessa per anni dieci a far data da quella di emissione del provvedimento e può essere rinnovata. A tal fine entro 180 giorni dalla scadenza deve essere presentata domanda di rinnovo”, si legge nel provvedimento firmato dal dirigente generale Arturo Vallone.

La richiesta presentata dalla società di Norata, tra i destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini notificato dalla procura di Catania nell’ambito della nuova inchiesta sui presunti reati ambientali che sarebbero stati commessi sull’asse Bellolampo-Motta Sant’Anastasia, riguarda due differenti tipi di operazioni: in termini tecnici si tratta della D8 e della R3. La prima riguarda il trattamento biologico dei rifiuti da cui scaturiscono composti o miscugli eliminabili con una delle operazioni previste in materia di smaltimento, compreso il deposito in discarica; la seconda, invece, fa riferimento al recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche).

Si tratterà di un impianto mobile

“Si tratterà di un impianto mobile che opererà a ridosso di altri impianti pre-esistenti e sfruttando una tecnologia, come la pirolisi, che agendo in assenza di ossigeno non comporta incenerimento dei rifiuti”, dichiara l’amministratore di Kleo Ambiente, Norata, al Quotidiano di Sicilia. L’autorizzazione rilasciata dalla Regione è valida su tutto il territorio non solo isolano. “Abbiamo avuto già diverse interlocuzioni, valuteremo di volta in volta dove svolgere l’attività”, chiosa l’imprenditore quando gli si chiede se esista già un programma definito per le operazioni che eseguirà la Kleo Ambiente.

Al provvedimento rilasciato dagli uffici di viale Campania si è arrivati senza passare dal procedimento della valutazione degli impatti ambientali. Il motivo è insito nella particolarità dell’impianto autorizzato che, essendo mobile, interagirà di volta in volta con contesti diversi. A disciplinare le modalità con cui questo tipo di impianti possono entrare in azione è stato, per ultimo, un decreto firmato nel 2020 con cui l’allora assessore al Territorio Toto Cordaro varò delle specifiche linee guida. “L’impianto mobile di smaltimento o recupero rifiuti è un impianto il cui esercizio è caratterizzato da campagna attiva di durata limitata nel tempo in funzione di esigenze specifiche e particolari – si legge nel documento –. Un impianto, per essere definito mobile deve inoltre possedere caratteristiche intrinseche di mobilità, non ritenendosi sufficiente, a tale scopo, la sua facile trasportabilità; l’impianto, in alternativa, quindi deve essere montabile su mezzi che ne consentano l’immediato trasporto nei siti prescelti per lo svolgimento delle singole campagne di attività di smaltimento o di recupero”. In merito alla durata delle campagne di trattamento, il decreto di Cordaro prevede che ognuna non possa durare più di quattro mesi.

Per quanto riguarda, invece, il tema delle valutazioni ambientali si specifica che nel caso l’impianto mobile rientri tra quelli descritti negli allegati III e IV alla parte seconda del codice dell’Ambiente, i titolari delle autorizzazioni devono avviare preventivamente alla comunicazione della singola campagna la procedura di valutazione d’impatto ambientale o di verifica dell’assoggettabilità alla stessa. Un’ipotesi che, stando a quanto dichiarato da Norata, non riguarderà le attività della Kleo Ambiente. “L’impianto per cui abbiamo ricevuto l’autorizzazione tratterà quantitativi che non richiedono la Via”, assicura l’imprenditore. Per quanto da molti venga considerata un’alternativa più green rispetto ad altri processi di trattamento dei rifiuti, a partire dagli inceneritori, in passato progetti per impianti basati sulla pirolisi hanno suscitato polemiche da parte degli ambientalisti.