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Rifiuti, ricorso del Pd contro il piano

PALERMO – Che le nubi all’orizzonte fossero destinate a diventare prima o poi sempre più nere non era scritto, ma – dato il tema in ballo, quello dei rifiuti – altamente prevedibile. Tuttavia forse i primi tuoni per Renato Schifani sono arrivati ancor prima del previsto. Mentre l’aggiornamento al piano regionale attende di essere varato, nonostante a inizio agosto il varo sembrasse soltanto questione di settimane, il governo regionale fa i conti con polemiche che attraversano il settore trasversalmente.

Polemiche trasversali al Piano di gestione rifiuti

Al centro dell’attenzione dei partiti di opposizione all’Ars e degli ambientalisti sono finite, infatti, una serie di vicende legate alle modalità con cui la Regione conta di fronteggiare l’eterno problema della spazzatura. Nei giorni scorsi a far discutere è stato il parere positivo rilasciato dalla commissione tecnica specialistica al progetto di apertura di una nuova discarica nel territorio di Lentini, lo stesso centro in cui i residenti da decenni fanno i conti con l’impatto causato dagli impianti della Sicula Trasporti, la società sequestrata ai fratelli Antonello e Salvatore Leonardi.

Gli stessi che – al netto dell’attuale gestione affidata agli amministratori giudiziari – sono soci della Gesac, impresa che vorrebbe ottenere l’autorizzazione a trasformare un’ex cava in sito di abbancamento per l’indifferenziato. A scagliarsi contro la proposta sono stati i sindaci del comprensorio, ma a far discutere sono gli stessi contenuti del parere della Cts, che ha dato il proprio sta bene alla valutazione d’impatto ambientale rinviando però a fasi successive l’acquisizione di una serie di documenti – su tutti la compatibilità dell’impianto con il piano d’ambito territoriale della Srr – che la legge considera fondamentali per far sì che un impianto entri in funzione e non si trasformi in un’opera inutile. L’assessora all’Ambiente Giusy Savarino è intervenuta a specificare che avere la Via non significa avere l’ok alla costruzione, ma le sue parole difficilmente sederanno gli animi nel Siracusano.

L’attacco a Schifani arriva dal Movimento 5 stelle

Dall’altra parte dell’isola, invece, l’attacco per Schifani è arrivato dal Movimento 5 Stelle. Il deputato regionale Antonio Varrica ha apertamente contestato l’idea di localizzare a Bellolampo uno dei due termovalorizzatori che il governo punta a costruire con un investimento di 800 milioni di euro. “Lo scorso 16 luglio – ha dichiarato Varrica – si è tenuta a Palazzo D’Orleans una conferenza di servizi per individuare in modo definitivo l’area dell’inceneritore della Sicilia occidentale. Di per sé questo atto non ha alcun senso, mancando il presupposto formale del piano regionale di gestione rifiuti. Leggendo il verbale – ha aggiunto il deputato – ci si rende conto della superficialità con la quale si sta gestendo una decisione così delicata per la vita e la salute di centinaia di migliaia di cittadini palermitani, in particolare quelli di Borgo nuovo e del Cep. Si scopre che la Rap (la società pubblica che gestisce i rifiuti a Palermo, ndr) si è fatta promotrice della proposta di un inceneritore a Bellolampo, dando la disponibilità per delle aree che, però, sono di proprietà di soggetti privati”.

Il Pd critica la Vas positiva

Dal Partito democratico, invece, l’affondo ha riguardato la valutazione ambientale strategica (Vas) positiva data a giugno al nuovo piano dei rifiuti. Sul punto, i dem hanno già presentato un ricorso e diffidato l’assessora al Territorio. “La presentazione del ricorso e della diffida – ha dichiarato il segretario regionale Anthony Barbagallo – dopo la mancata considerazione delle osservazioni formulate in sede Vas, era per il Pd un atto obbligato, affinché si operi nel rispetto delle leggi e delle direttive europee, nella assoluta salvaguardia dell’ambiente e della salute, nella valutazione delle migliori soluzioni tecniche e di impianti”.

Nel mirino sono finiti anche i termovalorizzatori

“Le modalità con cui è stata prevista la realizzazione di due inceneritori fa fare alla Sicilia un passo indietro sulla gestione del ciclo dei rifiuti, lasciando irrisolte le problematiche relative alla raccolta a agli obblighi di riciclo”, ha aggiunto Barbagallo. A riguardo, va ricordato che a Roma il Pd esprime il sindaco Roberto Gualtieri che dal governo Meloni ha ottenuto i poteri commissariali per la realizzazione di un impianto nella Capitale.

Al coro degli oppositori di Schifani, Savarino e dell’intera giunta regionale si sono unite anche le associazioni ambientaliste, che nei giorni scorsi sono state ricevute all’Ars per un’audizione in commissione Ambiente. Lì dove al momento si trova l’aggiornamento al piano dei rifiuti. Gli ambientalisti contestano la concessione dei poteri commissariali a Schifani per fronteggiare le criticità del settore. “La nomina, soprattutto dopo l’ultima modifica approvata alla Camera dei Deputati, rappresenta una violazione delle leggi in materia di poteri speciali”, si legge in una nota di Legambiente Sicilia, Wwf Sicilia, Zero Waste Sicilia e Forum siciliano dei movimenti per l’acqua e i beni comuni.

L’atto d’accusa riguarda la mancanza nel provvedimento con cui il governo Meloni ha concesso nel 2023 i poteri a Schifani di una “puntuale descrizione delle funzioni esercitabili, delle norme derogabili e ogni altra specificazione necessaria a non snaturare i sistemi di intervento eccezionale in un settore come quello dei rifiuti, già di per sé estremamente tecnico e complesso”.