Cronaca

Rifiuti, sequestrate due società, riciclavano metalli rubati

Finalmente è stato scoperto dove finivano i tantissimi cavi in rame dell’Enel rubati in Sicilia: due aziende, di Palermo e Carini, leader nel settore del recupero, riciclaggio e commercio all’ingrosso di rottami metallici, sono state infatti accusate di ricettazione di materiale di provenienza furtiva e di traffico illecito di rifiuti.

L’operazione Efesto di Carabinieri e Finanza

L’operazione, denominata Efesto, è stata coordinata dalla Dda e condotta da militari del comando provinciale dei Carabinieri e da quelli della Guardia di finanza di Palermo, che hanno eseguito un provvedimento di sequestro firmato dal Gip del Tribunale palermitano.

Sequestrati anche beni per oltre un milione

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati anche altri beni mobili e immobili per un valore complessivo di oltre un milione e centomila euro alle imprese coinvolte e ai loro amministratori e soci.
Per assicurare la continuità dell’attività imprenditoriale e salvaguardare i posti di lavoro, l’autorità giudiziaria ha affidato la gestione delle due società ad un amministratore giudiziario.

Secondo quanto accertato nel corso di indagini cominciate nel 2017, le due società erano diventate punto di riferimento per personaggi dediti al furto di rottami metallici che quotidianamente, come viene sottolineato in una nota, portavano all’azienda il materiale rubato. E la polizia giudiziaria ha documentato vendite per ben due milioni di euro.

I furti di cavi di rame e il riciclaggio

E’ stata monitorata l’intera filiera dei furti anche a danno di società come l’Enel che in questi anni ha subito tantissimi furti di cavi di rame. E molti di quei cavi sarebbero stati riciclati dalle due aziende e rivenduti a grossisti con base a Roma e Bologna, che operano su tutto il territorio nazionale ed estero.