Il documento circola già da qualche ora tra le chat, ma sembrerebbe non essere ancora recapitato, per le vie ufficiali, ai legittimi destinatari. A differenza però della vicenda, assurta ormai a scandalo, del concorso per agenti del Corpo forestale, il decreto emanato dal dipartimento regionale Acque e Rifiuti non è destinato a dare il la alla caccia alle gole profonde. Anzi, sarà ben accolto un po’ da tutti. Riguarda, infatti, lo stanziamento dei fondi per sostenere l’aumento dei costi affrontato dai Comuni per spedire fuori regione, e soprattutto all’estero, la spazzatura indifferenziata.
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Il provvedimento, ipotizzato già nella primavera di due anni fa dal governo Schifani, deriva da una riprogrammazione di diverse fonti di finanziamento – Po Fesr, Fsc e Poc 2014-2020 – e vale 45 milioni di euro. A beneficiarne saranno soltanto i Comuni che hanno dimostrato di dovere ricorrere a siti situati fuori regione, in seguito alla saturazione o indisponibilità delle discariche presenti nell’isola. Una condizione che, per quanto in origine avrebbe dovuto seguire criteri meritocratici, con i Comuni più virtuosi in materia di differenziata ad avere la precedenza sulla possibilità di smaltire senza varcare lo Stretto, spesso gli enti locali hanno subito per un’organizzazione del servizio che viaggia a livelli superiori. Dalle Srr, che sulla carta sono i soggetti deputati alla pianificazione del servizio all’interno degli ambiti, alla Regione, spesso chiamata a intervenire direttamente per cercare di mettere ordine alle ricorrenti emergenze che si sono registrate in questi anni.
Nel decreto firmato da Calogero Burgio, attualmente dirigente generale ad interim del dipartimento, e dalla dirigente del servizio 4 Mara Fais, viene riportato l’elenco dei Comuni beneficiari. Nel complesso, la cifra richiesta superava i 54 milioni di euro ed è per questo che lo stanziamento nei confronti di ogni ente locale è stato decurtato di poco più del 17%. Per quanto l’esigenza di aiutare i Comuni deriva dall’impreparazione che da decenni contraddistingue la Regione sul fronte dei rifiuti, l’iniziativa trova un paravento nella pandemia: “Procedura di attuazione del Psc della Regione Siciliana – Sezione Speciale 1 – Contrasto effetti Covid 19”, si legge nell’oggetto del decreto. Alla fine, però, il pensiero di ogni primo cittadino è uno: l’importante che i soldi arrivino. Il motivo di ciò è presto detto e conosciuto da ogni famiglia che nell’ultimo anno ha visto schizzare in alto i costi della Tari, la tassa dei rifiuti che ha risentito inevitabilmente dagli aumenti determinati dai conferimenti fuori regione. Prima in altri impianti italiani, poi all’estero, tra Danimarca, Olanda e Finlandia.
Dall’elenco dei beneficiari emerge che i soldi andranno agli enti locali di poco meno della metà delle 18 in cui è diviso il territorio regionale. A fare ricorso all’estero sono state, infatti, le Srr Ragusa, Messina Provincia, Messina Area Metropolitana, Trapani Provincia Nord, Palermo Provincia Ovest, Catania Area Metropolitana, Siracusa, Catania Provincia Nord. Il periodo coperto, invece, va da giugno 2022 al luglio di quest’anno.
Scendendo nel dettaglio dei singoli Comuni, le cifre più corpose, come naturale che sia, vanno alle grandi città. Quelle che hanno il maggior numero di abitanti ma anche i più grandi problemi sul fronte dell’innalzamento della raccolta della differenziata: si va dai quasi 14 milioni di euro di Catania ai 5 milioni 591mila euro di Messina, mentre nessun contributo è previsto per Palermo, che ha potuto disporre della discarica pubblica di Bellolampo. Sopra il milione di euro ci sono i comuni di Siracusa, Ragusa, Acireale e Misterbianco. Altri sfiorano la soglia, mentre non mancano tanti piccoli centri a cui spetteranno poche decine di migliaia di euro. Fino al caso di Santa Cristina Gela, in provincia di Palermo: il Comune aveva chiesto 344,16 euro, ma ne riceverà 283 e 14 centesimi.