Ambiente

Rifiuti in Sicilia, pioggia di centinaia di milioni per il riciclo: i progetti finanziati

Una pioggia di centinaia di milioni di euro cadrà nei prossimi mesi sul settore del riciclo dei rifiuti in Sicilia. Si tratta dei finanziamenti previsti dal PNRR per recuperare quel gap infrastrutturale delle regioni del sud nella gestione del ciclo dei rifiuti e per avviarci verso l’economia circolare.

Tre dei progetti recentemente finanziati per più di 90 milioni di euro riguarderanno la realizzazione di impianti pubblici di biodigestione anaerobica per il trattamento di circa 100 mila tonnellate di rifiuti organici e per la trasformazione in compost e produzione di biogas. Un mix perfetto per gestire ila parte più grande del rifiuto prodotto dalla raccolta differenziata, più del 40%, e renderla una risorsa preziosa che potrà migliorare la fertilità dei nostri terreni e allo stesso tempo sarà in grado di produrre nella nostra regione gas rinnovabile, senza dover trivellare il mar Mediterraneo o la Val di Noto o bruciare ulteriori rifiuti.

Dove saranno realizzati gli impianti

Impianti realmente utili che saranno realizzati rispettivamente a Messina, Corleone (PA) e Priolo (SR) e che si aggiungono al primo impianto di biodigestione anaerobica in Sicilia realizzato a Caltanissetta, agli altri che sono in fase di realizzazione a Marsala (TP) e a Ragusa, e ad altri ancora, previsti ma in fase autorizzativa, a Bellolampo, a Castellana Sicula a Mazzarrà Sant’Andrea(PA).

Altri due impianti pubblici, sempre finanziati con le misure del PNRR per oltre 20 milioni di euro, potranno recuperare e riciclare quei rifiuti meno graditi nelle nostre case e che fino a qualche anno fa pensavamo impossibile da riciclare: i pannolini e i pannoloni, ed in generale i prodotti assorbenti.
Si tratta di oltre il 6% dei rifiuti che annualmente, proprio a causa dell’assenza di questa tipologia di impianti, conferiamo nelle discariche e che invece potranno essere trasformati in cellulosa.

Non sono quindi le risorse finanziare a mancare per recuperare il ritardo nella realizzazione di una rete impiantistica pubblica e privata a servizio della raccolta differenziata e del riciclo, anzi proprio il contrario.
Ancora gridano vendetta i 230 milioni di euro delle misure del Patto per il SUD che sono rimasti nel cassetto del Governo Musumeci e che, ci auguriamo, il nuovo governo regionale possa essere capace di sbloccare per non rischiare di perderli definitivamente.

Le risorse a favore dei Comuni

Cosi come altri finanziamenti sono previsti nei prossimi mesi per interventi destinati al miglioramento e al potenziamento dei servizi di raccolta differenziata e che dovrebbero togliere qualsiasi alibi a chi è ancora indietro nel raggiungimento del 65%, come le 4 grandi città siciliane.

Addirittura, Palermo è già beneficiaria di oltre 60 milioni di euro di cui 35 milioni proprio destinati per il potenziamento della raccolta differenziata che ad oggi è ancora sotto il 15%, contribuendo dolosamente in questo modo, con le oltre 300 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati conferiti ogni anno in discarica, alla crisi ciclica dell’emergenza rifiuti.

Queste risorse dovranno essere utilizzate dai Comuni per una rimodulazione dei servizi di raccolta che dovranno essere sempre più selettivi ed efficaci, per introdurre la tariffa puntuale che premia chi produce meno rifiuti, per la realizzazione dei centri di riuso e preparazione per il riutilizzo, per stimolare la creazione di un mercato dei prodotti riciclati attraverso i c.d. acquisti verdi nella fornitura di beni e servizi.
Insomma, ci sono tutte le premesse affinché nel 2023 si prosegua nella direzione giusta che hanno già intrapreso in questi anni oltre 231 comuni e più di 2 milioni di cittadini siciliani ricicloni, ossia quelli che hanno superato il 65% di raccolta differenziata e che ci consentono di avvicinarci sempre di più alla transizione verso l’economia circolare, abbandonando definitivamente cattive abitudini, a lungo alimentate da una cattiva gestione dei servizi di raccolta e da interessi opachi.

Rifiuti in Sicilia, serve sprint della Regione

Ma le premesse sono condizione necessaria ma non sufficiente. Occorre, infatti, che la Regione acceleri e semplifichi le procedure di autorizzazione per la realizzazione degli impianti per il riciclo, elimini le storture gestionali del settore introdotte con la legge 3 del 2013 con i 280 ARO, intervenga per ridurre a 5 le SRR, e pianifichi e sostenga con risorse finanziare e competenze adeguate la progettazione degli impianti pubblici realmente utili per il riciclo e per l’economia circolare. Ma, soprattutto, abbondoni definitivamente l’insensata realizzazione di due inceneritori che dovrebbero bruciare oltre 900 mila tonnellate di rifiuti.

Un progetto contrario agli obiettivi di riciclo dell’economia circolare e che costerebbe ai cittadini siciliani oltre 200 milioni di euro nei prossimi 20 anni. Un recente studio inglese afferma che per ogni 10.000 tonnellate di rifiuti sottratti all’incenerimento si perde 1 posto di lavoro nell’incenerimento stesso e 6 posti nelle discariche, ma si consentirebbe la creazione di 386 posti lavoro nella filiera del riciclo, del recupero, della riprogettazione e rimanifattura e nelle filiere di supporto.

Un progetto, quindi, che non risolverà per niente l’emergenza rifiuti ma brucerebbe il futuro di sviluppo e occupazione della nostra regione che solo una gestione efficiente del Ri-ciclo integrato dei rifiuti sarebbe in grado assicurare.

Tommaso Castronovo, Responsabile Rifiuti ed Economia Circolare Legambiente Sicilia