Ambiente

Rifiuti, i termovalorizzatori unica strada percorribile

PALERMO – Il M5s insiste nell’osteggiare i termovalorizzatori per la gestione dell’emergenza rifiuti e rilancia il proprio “no” alla linea che invece vuole perseguire il governo regionale. Ieri alla fine dell’audizione in commissione Ambiente dell’Ars dell’assessore regionale all’Energia, Roberto Di Mauro, i componenti pentastellati Cristina Ciminnisi, Adriano Varrica, Roberta Schillaci e la vice presidente Jose Marano hanno espresso le loro perplessità: “Con Schifani, purtroppo, sembra che la Sicilia in tema di rifiuti torni indietro di vent’anni – hanno scritto in una nota congiunta -. Nell’immediato ragionano di ampliare le discariche e la sola risposta che vedono per il futuro è quella di bruciare i rifiuti. La pianificazione viene vista come un elemento residuale, in continuità con l’azione dei governi regionali da Cuffaro in poi, mentre è la condizione principale per l’economia circolare che peraltro favorirebbe la creazione di posti di lavoro e per accedere ai fondi europei, oggi a rischio. L’audizione odierna dell’assessore aDi Mauro è stata la certificazione di una linea di continuità con quanto accaduto fino ad oggi che non ci lascia affatto fiduciosi né per la gestione immediata dell’emergenza né per il futuro”.

“L’assessore Di Mauro – spiegano i deputati grillini – ha provato a tracciare una linea rispetto alla precedente esperienza di governo che, agli stessi occhi della maggioranza di centrodestra, è stata fallimentare. Abbiamo rappresentato che il nostro indirizzo politico è quello di puntare sull’economia circolare, totalmente opposto rispetto a quanto prospettato dall’Assessore che ha manifestato solo buoni propositi sul recuperare il gap impiantistico. Ma al momento per noi e per i cittadini queste restano solo parole”.

La Sicilia e l’interno Paese hanno poco tempo a disposizione: devono subito adeguarsi agli standard europei e agli obiettivi sull’economia circolare delineati per il 2035, standard che prevedono di ridurre il conferimento in discarica a valori inferiori al 10%. In un recente rapporto di Utilitalia emerge che le discariche al Sud saranno sature entro due anni. Ne deriva, dunque, che è necessaria una totale inversione di marcia, possibile solo con la costruzione di nuovi impianti per il trattamento dell’organico e per il recupero energetico delle frazioni non riciclabili. La strada che viene percorsa attualmente, che è quella di portare i rifiuti siciliani in Olanda, è decisamente dispendiosa e non rappresenta certo la soluzione finale. Basti pensare che il peso per le spese di trasporto si è tradotto, a livello nazionale, in 75 milioni di euro in più sulla Tari. A partire dall’1 novembre ogni singola tonnellata, infatti, è costata ai 170 comuni siciliani esportatori ben 365 euro. Il triplo rispetto alla cifra, pari a 110 euro, corrisposta dagli stessi Enti locali prima del nuovo stop nella discarica della Sicula trasporti e addirittura il quadruplo di quanto spende un’Amministrazione comunale trentina (89 euro) per conferire il rifiuto indifferenziato nel termovalorizzatore di Bolzano. Senza dimenticare, poi, che solo nel 2020 l’Italia ha pagato 67 milioni di euro di multe comminate dall’Ue per inadempienze sulla gestione dell’immondizia. E poi basta volgere lo sguardo ai paesi che già hanno percorso con successo la strada degli impianti: Londra, Giubiasco in Svizzera e Tel Aviv. In Danimarca nel 2019 è stata addirittura aperta una pista di sci sul termovalorizzatore che riceve i rifiuti della capitale Copenaghen, con i quali scalda le case di 120 mila famiglie. In Italia la strada per i termovalorizzatori è ancora lunga, anche se qualcosa sembra si stia muovendo. In Sicilia il governo sta valutando di ampliare la discarica di Lentini, vicino a Catania, ma solo come soluzione tampone. Già ai tempi di Musumeci governatore, la Regione prevedeva la costruzione di due termovalorizzatori, nelle due zone, occidentale e orientale dell’Isola. Ma bisogna fare presto.