“Sui reati di mafia si deve mantenere la schiena dritta e non si può arretrare di un passo. E’ il momento del rigore e dell’intransigenza e non dei compromessi che rischiano di vanificare gli sforzi e il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura.
Rivolgo un appello alle forze politiche tutte perché, senza divisioni di sorta, dimostrino che la lotta alle mafie resta in cima alle priorità di un Paese che in nome della legalità ha visto morire i suoi uomini migliori”.
Lo dice la professoressa Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone, il giudice ucciso dalla mafia a Capaci nel 1992, in riferimento alle norme della riforma del processo penale sulle improcedibilità.