CATANIA – Si sono riuniti, presso la sede della Fondazione in via principe Nicola 22, i comitati scientifici della Fondazione Marilù Tregua e della Fondazione Euromediterranea Onlus per la cerimonia di consegna della ricerca scientifica effettuata dal dipartimento di Scienze Umanistiche e dal dipartimento di Economia ed Impresa dell’Università di Catania.
Nell’ambito dell’alta formazione specialistica, ad oggi la Fondazione Tregua ha finanziato e concluso complessivamente cinque progetti di ricerca scientifica per un valore di circa 135 mila euro, cofinanziati con l’Università di Catania.
L’ultimo ambizioso progetto multi-dipartimentale ha riguardato la “Rigenerazione e valorizzazione del patrimonio culturale del Monastero dei benedettini di Catania, mediante interventi strutturali destinati al risparmio energetico e allo smaltimento dei rifiuti, con particolare attenzione al Giardino dei Novizi e Aula Magna”. Responsabili scientifiche sono state le professoresse Agata Matarazzo e Federica M.C. Santagati, coadiuvate dall’ingegnere Daniela Bonanno e dalla dottoressa Silvia Majorana.
Alla cerimonia di consegna della ricerca hanno partecipato, Carlo Alberto Tregua, Presidente della Fondazione Euromediterranea Onlus, Raffaella Tregua, Vicepresidente della Fondazione Marilù Tregua e i professori dell’ateneo catanese Elita Schillaci, Enrico Foti, Benedetto Matarazzo, Antonio Longo e Giancarlo Magnano San Lio.
La ricerca si inserisce all’interno del dibattito internazionale circa il rapporto tra beni culturali e sviluppo sostenibile. Così come suggerito dalle linee guida dei Culture 2030 Indicators dell’Unesco e da quelle dell’European Cultural Heritage Green Paper di Europa Nostra, una delle soluzioni più adottate nel campo della sostenibilità del patrimonio culturale è il riuso adattivo degli edifici che mostra come “le strategie di adattamento ecosostenibili divengono opportunità di ripensare la vita e l’arte al servizio dei cittadini”.
La ricerca ha valutato, in duplice direzione, i punti di forza e di debolezza del Monastero dei Benedettini, dal punto di vista energetico-ambientale, e le ricadute sociali e culturali derivanti dalla fruibilità dell’edificio in conseguenza agli interventi proposti. Come prima fase esecutiva, anche a carattere sperimentale, la ricerca ha interessato due ambienti del Monastero: il Giardino dei Novizi e l’Aula Magna “Santo Mazzarino”.
Scopo del progetto pilota è dimostrare come l’attuazione di interventi strutturali volti al risparmio energetico, alla raccolta differenziata e ad una maggiore e qualificata fruizione possa effettivamente rigenerare e valorizzare il patrimonio culturale, rendendolo più vivibile e sostenibile per i diversi pubblici che lo frequentano.
Ciascun Dipartimento è intervenuto per il proprio settore di competenza: il Dei sull’analisi della sostenibilità economica ed ambientale e il Disum effettuando un’analisi socioculturale per rendere fruibile al meglio il Monastero.
Il Dei, nello specifico, ha effettuato un’analisi del ciclo della vita (Lca) secondo le norme internazionali Iso 14040, volta ad individuare proposte alternative atte al decremento dei consumi energetici. Nello specifico ha valutato che i consumi annui dell’Aula Magna sono pari a 4818 kWh/a a fronte di un utilizzo di circa quattro ore al giorno, mentre quelli del giardino dei Novizi sono pari a 8237.32kWh/a a fronte di un utilizzo di sette ore giornaliere. I più rilevanti interventi individuati dal Dei, in termini di risparmio energetico-economico, sono la sostituzione dei componenti finestrati con altri basso emissivi, e la sostituzione di componenti degli impianti di illuminazione con altri più efficienti, sia dal punto di vista energetico, che di impatto ambientale. L’analisi effettuata dal Disum ha riguardato, invece le ricadute sociali e culturali derivanti dalla fruibilità conseguente agli interventi proposti dal Dei. Il Dipartimento, ospitato all’interno del Monastero, ben conosce i punti di forza e debolezza del Monastero nella sua duplice funzione di sede universitaria e di attrattore turistico.
Il Disum ha intervistato studenti e personale, che afferiscono al Dipartimento e in generale all’Ateneo catanese, al fine di indagare la consapevolezza degli intervistati circa il tema dello sviluppo sostenibile e in particolare, circa il livello di sostenibilità dell’Università di Catania.
Tra i suggerimenti raccolti sono state individuate le tre aree di intervento esaminate dal Dei: migliore efficientamento energetico, migliore climatizzazione, maggiori incentivi alla mobilità.
Possibili interventi riguardano l’incremento di corsie per mezzi pubblici e piste ciclabili, l’aumento di colonnine per ricaricare bici o macchine elettriche, una maggiore dotazione di parcheggi, oltre a quelli che mirano alla eliminazione delle barriere architettoniche, mediante la realizzazione di impianti (rampe di accesso, sollevatori), compatibili con il rispetto storico e il pregio architettonico del luogo.
La ricerca evidenzia l’importante ruolo svolto da Officine Culturali che propone visite guidate all’interno del Monastero, attività ludico-didattiche per le scuole di ogni ordine, visite serali e visite bendati per l’iniziativa “Monastero oscuru”, per creare empatia tra i visitatori normodotati e i disabili visivi.
Al fine di incrementare pubblico, visibilità e notorietà del complesso, si ipotizza anche di istallare pannelli/bacheche informative o sistemi audiovisivi (totem) per consentire una visita auto-guidata ai visitatori sia di giorno che di notte e prevedere un sistema di telecamere di sorveglianza per la sicurezza attiva e passiva del sito e dei visitatori.
Nel complesso la ricerca ha evidenziato come investire in azioni di sostenibilità ambientale trasformerebbe il Monastero in un luogo ancor più vivibile, dinamico, attento alle richieste dei suoi fruitori, e attrattivo. In quest’ottica, la cultura non solo rappresenta un valore di per sé stessa, ma dimostra di essere anche un importante fattore trainante di sviluppo economico e sociale in un contesto di sostenibilità ambientale.