L’apertura dell’incubatore di impresa a Termini Imerese, affidato alla rete di imprese Polo Meccatronica Valley, rappresenta quel coraggioso e controcorrente apporto di idee, gambe, perché le idee camminano sulle gambe di chi ci mette spalle e faccia, competenze e anima delle imprese siciliane.
Non era affatto scontato che, dopo due pesantissime crisi finanziarie, una terribile pandemia globale, le imprese siciliane accettassero una sfida di queste proporzioni dopo la disastrosa storia del post Fiat a Termini Imerese.
Una storia di testardaggine, orgoglio e intuizioni che ha fatto di questo gruppo di imprenditori che come i salmoni vogliono risalire il fiume di una crisi che per la Sicilia rischia di essere irreversibile.
Questa sfida rappresenta la risposta siciliana al PNRR nazionale che vede la Sicilia come una cenerentola, povera e non considerata da sorellastre regionali ben più forti e rappresentate nel governo nazionale.
È venuto il momento di scelte precise per far partire la Next Generation Ue in Sicilia. Scelte che puntino su competenze, giovani laureati siciliani, rapporto vero e non sterile con le nostre Università. Scelte che puntino su Digital community e su ecologia sostenibile.
Il Polo Meccatronica nasce in raccordo con la visione di una industria dal senso comunitario, infatti si configura in forma di rete, che ci ricorda il capitalismo dal volto umano portato avanti ad Ivrea da Adriano Olivetti.
Questa storia è fatta da uomini che hanno fatto chilometri, consumato ram e MB di telefonia mobile, si sono scoraggiati davanti alla burocrazia o ad un destino siciliano non favorente le imprese e le forme di aggregazione, in una terra in cui l’individualismo è fortissimo e frenante.
È fatta dall’ostinazione di Antonello Mineo, ingegnere atipico e di Daniele Vecchio, giurista atipico pure lui
È soprattutto fatta da tanti che hanno capito che uomini, imprese, Enti Locali si devono necessariamente mettere a sistema, perché si cresce solo insieme, e solo insieme si danno risposte ai figli di questa isola che non siano l’emigrazione o la raccomandazione.
La resilienza senza esempi è parola sterile che riempe oggi le bocche ma non riempe il vuoto delle nostre case e delle nostre tavole.
Oggi questa iniziativa è exempla traunt.
Giovanni Pizzo