Economia

Rincari affossano le imprese esportatrici, “Agroalimentare e marmo: crisi nera”

PALERMO – Per il 15% delle aziende siciliane che vendono all’estero la guerra sta avendo un impatto elevato sul proprio business, contro il 9% delle imprese non esportatrici della nostra Isola.

È quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro Studi Tagliacarne per il Rapporto Export 2022 di Sace. A causare i problemi, alla totalità (100%) delle imprese esportatrici siciliane, è l’aumento dei prezzi delle materie prime, contro il 91% delle non esportatrici della nostra regione; il 93% delle imprese esportatrici siciliane ha difficoltà causate dall’aumento dei prezzi dell’energia, contro l’84% delle non esportatrici; per il 67% delle imprese esportatrici siciliane c’è il problema dell’approvvigionamento delle materie prime vs il 56% delle non esportatrici, mentre il 19% delle aziende siciliane, che vendono all’estero, rileva problemi di approvvigionamento di energia, contro il 9% delle non esportatrici della nostra Isola.
Sull’argomento, che desta indubbiamente notevoli preoccupazioni, è intervenuto recentemente Giuseppe Pace, presidente regionale di Unioncamere.

Presidente, avete in programma iniziative per supportare le aziende esportatrici siciliane in questo periodo di grande difficoltà?
“È una fase difficile per le aziende siciliane, ma direi italiane in generale. Prima l’emergenza Covid e quando speravamo che si potesse superare tra mille difficoltà, ecco la guerra in Ucraina e contestualmente il caro-energia e caro-prezzi. Unioncamere non può che fare il massimo per supportare le aziende siciliane, ma è evidente che ci troviamo di fronte ad una situazione di carattere assolutamente straordinario. Una guerra terribile che dura da mesi con il conseguente aumento delle tariffe e dei prezzi delle materie prime. Stiamo organizzando con tutte le organizzazioni di categoria una grande manifestazione per chiedere attenzione verso le imprese siciliane che si trovano in ginocchio. Chiediamo attenzione ai nuovi governi nazionale e regionale, che siamo certi saranno sensibili alle problematiche che stiamo vivendo”.

Quali sono i comparti dell’export in Sicilia che attualmente riscontrano i maggiori problemi?
“Sicuramente stanno soffrendo in modo importante tutta la filiera dell’agroalimentare ed anche l’industria estrattiva del marmo, questi sono soltanto alcuni esempi”.

Che genere di interventi pensate di chiedere al nuovo Governo Schifani?
“Credo che si possa fare qualcosa sugli interventi finanziari, come prestiti e interessi sui prestiti erogati dall’Irfis alle nostre imprese. Per esempio, si potrebbero dilazionare ulteriormente i ratei e la Regione potrebbe intervenire sugli interessi, per esempio facendosi carico in tutto o in parte per un determinato periodo. Certamente, qualcosa va fatto. Tante aziende siciliane stanno rischiando moltissimo con il caro-energia. Le cronache ci raccontano di imprese e commercianti che sono messi a dura prova. Ma ritengo che il presidente della Regione Schifani, uomo di Stato e politico esperto, saprà affrontare la questione con l’attenzione che merita”.