PALERMO – Un inizio in salita per il comparto del turismo (bar, ristoranti, alberghi) e del settore moda (abbigliamento e calzature), una partenza positiva, invece, per parrucchieri e barbieri.
Questo quello che emerge da uno studio condotto da Confesercenti e Swg. “Gli imprenditori – afferma il direttore di Confesercenti Sicilia, Michele Sorbera – stanno mettendocela tutta per ripartire bene e in sicurezza. C’è una bassa propensione alla spesa, alimentata dall’incertezza sul futuro e per quanto riguarda Palermo e le 120 interviste realizzate, c’è da aggiungere che, oltre alle scuole e alle università chiuse, ci sono anche migliaia di dipendenti pubblici in smart working e questo condiziona inevitabilmente il volume d’affari di bar e imprese della ristorazione”.
Confesercenti Sicilia ha partecipato al sondaggio nazionale fornendo i dati ad Swg e rielaborando lo studio sul territorio metropolitano di Palermo. Tra tutti gli intervistati, si legge nel report, solo parrucchieri e barbieri hanno espresso un giudizio soddisfacente sulla ripresa. Il 98% della categoria si è detto soddisfatto o più che soddisfatto (+8% rispetto alla media delle regioni del Sud e +10% della media nazionale), dichiarando un incremento di ricavi di circa il 31% nei primi 5 giorni della settimana, rispetto all’ultima settimana pre – lockdown.
Un risultato ottenuto grazie all’allungamento dell’orario di lavoro e nonostante l’obbligo della prenotazione. Non va allo stesso modo bene per i centri estetici, anche perché alcuni servizi non possono ancora essere erogati. In questo caso l’80% degli intervistati, a Palermo, ha detto di essere “insoddisfatto” (+46% rispetto alla media nazionale e +7% rispetto alla media registrata in tutto il Sud). In termini economici, il settore ha infatti registrato, stando al campione intervistato si precisa nel comunicato, mediamente il 32% di incassi in meno nonostante l’allungamento dell’orario di lavoro e le promozioni effettuate.
Nella moda invece solo il 28% degli intervistati ritiene “buona” la partenza (la media italiana è del 40%, al Sud del 43%). Così se i negozi a marchio, forzando la normativa sui saldi e le promozioni, sono andati meglio, i negozi al dettaglio a gestione diretta, sono in forte sofferenza.
Ad essere “insoddisfatto” della ripartenza è anche il settore ristorazione (bar e ristoranti): a dichiararsi così è il 94% (in linea con il resto del Sud e a fronte di una media italiana dell’80%). Il comparto alberghiero è quello in maggiore difficoltà: il 100% degli intervistati si è dichiarato più che “insoddisfatto”, a fronte di una media nazionale del 95%.
Un altro dato interessante, aldilà del tipo di attività, 9 intervistati su 10 ritengono “eccessivi” i costi che hanno dovuto affrontare per la sanificazione e la messa in sicurezza. “Più in generale – prosegue Sorbera – lo studio evidenzia come al Sud e a Palermo la ripartenza è stata caratterizzata dalla variazione degli orari di lavoro. Bar e negozi di abbigliamento hanno scelto di contenere i costi riducendo gli orari di apertura, mentre parrucchieri ed estetisti li hanno allungati. Quasi tutti hanno promosso offerte per i clienti”.
Resta ad oggi aperta la questione del credito alle aziende. Solo il 35% delle imprese intervistate a Palermo ha chiesto di accedere al “Decreto liquidità” a fronte di una media nazionale del 47%. Solo il 16% ha avuto già una risposta positiva a fronte del 38% di media nazionale. “Un dato – dice Sorbera – che deve fare riflettere tutti perché senza liquidità immediata, possibilmente anche a fondo perduto, migliaia di imprese non ce la faranno a restare sul mercato nonostante gli sforzi e la buona volontà”.
Stiamo attraversando uno dei periodi più bui, dal dopo guerra, per la storia della nostra nazione. Non basta resistere, servono riforme urgenti e aiuti concreti a chi, per tanti anni, ha pagato le tasse e non è fuggito.