La scuola vista da scuola

Ripartire da Agenda 2030

In questa prima uscita del nuovo anno desidero richiamare l’attenzione sui dati diffusi a metà dicembre dal censimento Istat 2019 sulla popolazione del capoluogo siciliano, come uno specchio della situazione nell’intera Isola.

Considerando tra i 677.422 abitanti di Palermo quelli con un’età superiore ai nove anni, più della metà di loro (il 53,3 per cento) non possiede un diploma di scuola superiore e di questi quasi il due per cento è analfabeta. Il 4,2 per cento sa leggere e scrivere, ma non possiede neppure la licenza elementare. Dati che a 160 anni dall’Unità d’Italia risultano particolarmente allarmanti e chiaro indice dell’inadeguatezza del sistema di Istruzione. Non facciamo che ripetere da anni che in Sicilia la dispersione scolastica è la più alta del resto d’Italia.

Che fare? L’Agenda Onu 2030 che pone l’Educazione tra i 17 Sustainable Development Goals, cioè quei traguardi necessari per la realizzazione dello sviluppo sostenibile, deve essere al primo posto del programma di governo regionale, oltre che centrale.

Le risorse per la ripartenza devono essere destinate innanzitutto a combattere la povertà educativa e ad accrescere l’accesso alla conoscenza, mettendo al centro i giovani ed il loro futuro.

Il Digitale non va demonizzato, bensì deve essere visto come uno strumento integrativo rispetto alla didattica di presenza.

L’assenza degli alunni dalle lezioni, nonché le impreparazioni alle interrogazioni vanno interpretate come una richiesta d’aiuto, che va presa seriamente in considerazione dai docenti del Consiglio di classe, affinché si attivino insieme per colmare quel vuoto e quella mancanza di fiducia nelle istituzioni che ha origine nelle famiglie.

Lo Stato, però, deve agire e presto. La collaborazione tra Istituzioni è fondamentale per cui, ad esempio, i trasporti pubblici vanno necessariamente potenziati per servire i ragazzi che vanno a scuola, favorendo allo stesso tempo la mobilità sostenibile.

Twitter: @LRussoQdS