Per un turista che viene in Sicilia, è facile imbattersi in piccole fortezze dimenticate, progettate e usate durante la seconda guerra mondiale dalle truppe dell’asse, per contrastare l’avanzata nell’isola degli angloamericani nel 1943.
Una di queste si trova a Riposto, in provincia di Catania, sul Lungomare E. Pantano che congiunge la cittadina ripostese con una delle sue frazioni: Torre Archirafi. La cupola è la parte superiore e finale di una costruzione interrata costruita in materiale ferroso, che fu postazione d’artiglieria della “Wehrmacht”, di cui v’è ancora oggi presenza sul luogo e ne è possibile la visione. Il sito fu realizzato con molta probabilità, nei primi anni 40. Le forze armate tedesche che presidiavano la fascia costiera avevano avviato i lavori per la costruzione del presidio sul lungomare. Esso assumeva le caratteristiche di un piccolo “bunker” da guerra nella parte sotterranea; completato da una parte emergente di forma circolare fornita di feritoie, allo scopo di avvistamento ma soprattutto di posizionamento dell’artiglieria, per respingere eventuali sbarchi o incursioni da parte delle truppe alleate.
La differenza sostanziale era che generalmente, il materiale impiegato per la costruzione elevata fosse il cemento rinforzato. Invece nel caso del presidio del lungomare di Riposto, si preferì il ferro resistente all’umidità ed agli agenti corrosivi della salsedine. Per accedere si entrava da una botola e per scendere vi era una ripida scala che immetteva in due camere. Sul fianco del mare a ridosso di scogli e sassi, dove non c’era sentiero e nessuno poteva avvicinarsi senza essere visto col rischio di essere colpito, veniva posizionata la mitragliatrice; sul lato interno invece venivano collocate le postazioni per i munizionamenti, le artiglierie e probabilmente il luogo di riposo dell’artigliere. Al suo interno si trovavano alcune panche e lungo la parete, presumibilmente si vedevano appese, borracce, mappe della costa, elmetti e binocoli.
Queste strutture fanno parte del territorio e vanno considerate come monumenti storico-bellici, dove dei soldati rimanevano spesso da soli, unici custodi e sentinelle della costa, in attesa di ricevere dal comandante ordini e notizie. Con la completa riqualificazione del sito si potrebbe creare un percorso storico, per raggiungere un punto panoramico turistico bello e suggestivo.
Abbiamo chiesto al vice sindaco di Riposto Ing. Rosario Caltabiano, “sarà possibile aprire al pubblico la cupola di ferro e renderla visitabile ai ripostesi, ai turisti e agli appassionati delle grandi battaglie della storia e trasformarla in un piccolo museo cittadino” – “Si può inquadrare in un progetto da presentare all’assessore alla cultura del governo regionale siciliano” Alberto Samonà” e chiedere dei fondi per ripristinare e mettere in sicurezza un monumento che fa parte della nostra storia-.
Lungo il fronte trentino della prima guerra mondiale, ai piedi delle montagne disseminate di fortificazioni e trincee, sorgono numerosi musei dedicati alla Grande Guerra. Percorrendo la zona jonica etnea, transitando nei comuni di Piedimonte, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Randazzo Francavilla di Sicilia, è facile imbattersi in queste fortezze abbandonate.
Partendo proprio da Riposto, porto dell’Etna è possibile creare una rete di musei della seconda guerra mondiale in Sicilia?
“E’ possibile creare un percorso che colleghi il museo storico dello sbarco in Sicilia di Catania, ad altre postazioni sul territorio in un contesto storico turistico che comprenda, oltre “la cupola di ferro” di Torre Archirafi, i vari siti disseminati nel comprensorio Ionico Etneo. La luce per guardare al futuro parte dal passato e tutelare questi siti è anche un modo per ricordare le vittime di entrambi gli schieramenti”.
Grandi Assertori di pace furono gli ultimi Papi: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II e ad oggi ne traiamo insegnamento a ricordo di una delle più tristi pagine della storia italiana: il secondo conflitto mondiale. Possa essere oggi “la cupola di ferro” un monumento storico alla memoria di studiosi universitari e scolaresche con cui condividere informazioni sull’Operazione Husky in Sicilia e su tutti gli avvenimenti ad essi collegati. Un sito in cui è possibile riscoprire le postazioni militari e i numerosi bunker disseminati sul comprensorio ai fini di una loro valorizzazione e tutela. La nostra storia siciliana è legata agli avvenimenti di quel periodo bellico, facciamone tesoro, ricostruiamola e soprattutto impegniamoci a favore della pace come fece un grande uomo Giovanni XXIII “ con la sua l’enciclica Pacem in terris”.
Antonino Di Mauro