Ambiente

In Sicilia 270 Comuni a rischio idrogeologico, Fai Cisl: “Ok piano Marshall, Regione ci convochi”

“In Sicilia 270 Comuni su 390 sono a rischio idrogeologico, 320mila persone risiedono in aree a rischio di frane, perché l’isola è una delle zone più fragili del Paese Evitiamo di doverci leccare le ferite ogni volta che accadono calamità naturali come quelle di questi giorni, il territorio va messo in sicurezza subito”.

Lo dice il segretario generale della Fai Cisl Sicilia, Adolfo Scotti, che chiede al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e agli assessori all’Agricoltura e al Territorio, Luca Sammartino ed Elena Pagana, di convocare un vertice con le sigle sindacali al fine di discutere il problema.

Rischio idrogeologico in Sicilia, Scotti: “Da tempo chiariamo riunione”

“Da tempo sollecitiamo la giunta regionale a convocare le parti sociali per affrontare il tema del dissesto idrogeologico – aggiunge Scotti – ma a oggi questo confronto non è avvenuto. Accogliamo positivamente l’annuncio del governatore di una sorta di piano Marshall per mettere in sicurezza l’isola, ma è fondamentale lavorare in sinergia”.

Per la Fai Cisl Sicilia, vanno programmati interventi che vanno dal rilancio della forestazione al corretto utilizzo dei Consorzi di bonifica. “È un dato di fatto, scientificamente dimostrato – prosegue Scotti – che la tutela del patrimonio boschivo è un tassello imprescindibile nella prevenzione dal rischio frane, così come è cruciale il ruolo dei Consorzi di Bonifica che oltre a essere fondamentali per il settore agricolo, sono indispensabili per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei torrenti e dei corsi d’acqua”.

Rischio idrogeologico, occasione fondi UE e Pnrr

I fondi europei e il Pnrr, come sottolinea Scotti, sono la vera occasione di svolta per la questione ambientale in Sicilia. “Non possiamo permetterci di gettare al vento queste risorse – rimarca il segretario generale della Fai Cisl Sicilia – dagli errori del passato nella gestione dei finanziamenti Ue in Sicilia, dobbiamo imparare per non sbagliare oggi”.

Serve un cambio di passo sia in termini gestionali sia di programmazione. Ci aspettiamo che il governo Schifani comprenda l’esigenza di dover dialogare con le parti sociali su temi così urgenti come quello della sicurezza del territorio”, conclude Scotti.

Foto di repertorio