PALERMO – Il rischio è concreto: l’Europa potrebbe saltare gli obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile senza interventi concreti sul fronte della biodiversità, dei cambiamenti climatici e dello sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. In questo modo, pertanto, si potrebbe bruciare l’obiettivo di sostenibilità basato sul “vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”. Lo rivela il rapporto “State and Outlook of the Environment Report – Soer 2020” dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (Aea), cioè “L’ambiente in Europa: Stato e prospettive nel 2020”, relazione di sintesi. La relazione quinquennale viene presentata oggi a Bruxelles presso il Consiglio dell’Unione Europea.
2020: ANNO FONDAMENTALE
Il prossimo anno sarà uno snodo cruciale nel determinare le opportunità del XXI secolo. In questo senso “l’Europa deve trovare le modalità – si legge sulla sintesi in italiano del rapporto – per trasformare i principali sistemi sociali alla base delle pressioni climatiche e ambientali e degli impatti sulla salute, ripensando non solo le tecnologie e i processi produttivi, ma anche i modelli di consumo e gli stili di vita”.
I TRE PUNTI CRITICI
Bisognerà lavorare, soprattutto nel prossimo decennio, su tre temi particolarmente rilevanti: l’allarmante tasso di perdita della biodiversità, gli effetti maggiori dei cambiamenti climatici e l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali. Problemi di lungo corso per i Paesi europei che hanno sistemi economici avanzati, ma anche per gli altri che si stanno affacciando alla competizione globale. Il punto è che non basterà promuovere semplicemente la “crescita economica e cercando di gestire gli effetti collaterali dannosi con strumenti di politica ambientale e sociale”. Occorre pensare con prospettive diverse, a partire dalla consapevolezza che la “sostenibilità deve diventare il principio guida per politiche e azioni ambiziose e coerenti in tutta la società”. In questo senso per “favorire profondi cambiamenti occorrerà che tutte le aree e tutti i livelli di governo lavorino insieme e sfruttino l’ambizione, la creatività e il potere di cittadini, imprese e comunità”.
L’UE NON MIGLIORA
Rispetto all’ultimo rapporto sullo stato dell’ambiente, pubblicato dall’Aea, non sono migliorate in maniera evidente le tendenze ambientali e la maggior parte degli obiettivi Ue al 2020 non saranno raggiunti, soprattutto la parte relativa alla conservazione della biodiversità. Da sottolineare comunque i buoni risultati sul fronte dell’efficienza delle risorse e dell’economia circolare ma resta indietro sul fronte delle riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra, emissioni industriali, produzioni rifiuti, efficienza energetica e percentuale di energia rinnovabile.
PUNTI DI AZIONE
Le politiche ambientali dell’Ue sono guidate da tre fondamentali priorità: proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell’Unione europea; trasformare l’UE in un’economia a basse emissioni di carbonio, efficiente nell’impiego delle risorse, verde e competitiva; e proteggere i cittadini dell’UE da pressioni legate all’ambiente e da rischi per la salute e il benessere. A partire da queste coordinate generali, si lavorerà sul modo in cui si ricorre alle innovazioni e alle tecnologie esistenti; sul miglioramento dei processi di produzione e sulla promozione della ricerca e dello sviluppo in un contesto di sostenibilità e sui modelli per stimolare la trasformazione del consumo e dei modi di vivere. Infine, per portare a conclusione questa trasformazione sarà necessario investire in un futuro sostenibile e quindi porre fine all’uso di quei fondi pubblici destinati a sovvenzionare attività che danneggiano l’ambiente.
LA SICILIA NEL MIRINO
Su tutti questi tempi, la Sicilia è pienamente coinvolta. La Regione è nel mirino dell’Ue per due procedure di infrazione sulla qualità dell’aria, per quattro sulla depurazione e per una sulle discariche abusive di rifiuti. In generale l’Isola continua ad avere un sistema di gestione dei rifiuti che, seppur in ripresa, è il peggiore d’Italia e nella classifica della qualità della vita le città siciliane si trovano sempre sul fondo, anche a causa di un territorio devastato dall’assenza di politiche di risanamento ambientale e dalla presenza di sistemi di trasporto locale inquinanti e poco efficienti.