Tempi duri per i Comuni siciliani. Nell’isola le risorse economiche scarseggiano e non mancano le emergenze improvvise da fronteggiare, dai danni procurati dal maltempo o – ad esempio – dalla cenere vulcanica dell’Etna nel Catanese, oltre a spese onerose e obbligatorie per l’erogazione di servizi indispensabili alla cittadinanza. Ovviamente molti enti cadono in una situazione di dissesto anche per proprie negligenze e per l’incapacità di equilibrare spese e incassi, in particolare dalla riscossione dei tributi. Per questa ragione la Regione Siciliana eroga ormai da anni contributi ingenti da dividere a tutti i Comuni siciliani e sono al vaglio dell’assessorato agli enti locali, retto da Andrea Messina, nuovi interventi per supportare ulteriormente le casse dei principali presidi istituzionali sul territorio.
Per supportare l’operatività dei Comuni e dare ossigeno ai loro bilanci la Regione Siciliana ha varato diverse misure. Ne abbiamo parlato con l’assessore al ramo, Andrea Messina. “Nelle ultime settimane abbiamo proceduto a fare diversi decreti – ha spiegato al QdS.it -, principalmente quello che riguarda la liquidazione della quarta rata del Fondo Autonomie locali, che per il primo anno riusciamo ad erogare entro il 31 ottobre, dando così la possibilità ai comuni di dotarsi della necessaria liquidità per pagare servizi e stipendi. Un anticipo di qualche mese rispetto al passato. Abbiamo trasferito anche altre risorse ai Comuni nella finanziaria di gennaio e in quella di luglio, legate in particolare al contrasto del fenomeno del randagismo, ai premi per gli obiettivi raggiunti in termini di raccolta differenziata, abbiamo erogato il contributo riservato agli enti che avevano subito disagi a causa della caduta di cenere vulcanica. Il tutto con l’obiettivo di supportare i comuni affinché i propri bilanci non risentano delle emergenze”.
“In questi giorni invece abbiamo emesso alcune circolari – spiega ancora il componente della giunta regionale -, perché nella legge finanziaria estiva c’erano delle misure che riguardavano gli enti comunali in dissesto o in riequilibrio e proprio in questi giorni stiamo raccogliendo le richieste e i dati necessari per procedere con la ripartizione e l’assegnazione dei contributi. Contiamo di fare tutto entro massimo due settimane”. Restano comunque tante le criticità che restano, come evidenziato nei giorni scorsi dall’Anci Sicilia.
“Sono tanti i comuni in difficoltà e purtroppo aumentano sempre di più col passare del tempo – ammette Andrea Messina, rispondendo a una domanda sullo stato di salute degli enti siciliani -. Il problema principale è la mancata riscossione dei tributi, i comuni non riescono a farla in maniera tempestiva e completa. Solitamente il dissesto si configura per questa ragione. La raccomandazione ai comuni è quella di cercare di curare nel migliore modo possibile questo aspetto per non ritrovarsi poi a dover fronteggiare criticità peggiori come, appunto, il dissesto e il necessario riequilibrio conseguente. La Regione cerca di trasferire risorse per soccorrere gli enti, noi stiamo aumentando i budget. Lo stiamo facendo per i servizi Asacom e di supporto ai disabili psichici, servizi obbligatori che i comuni devono rendere alla cittadinanza. Nell’assestamento di bilancio stiamo lavorando proprio a questo. Ovvio che la Regione non può risolvere tutti i problemi, può aiutare, ma poi tocca agli enti avere un equilibrio interno”.
“La riforma delle ex Province? In questo momento si sta lavorando alla norma per la modifica della loro governance, rispetto a come funziona attualmente si vuole arrivare all’elezione diretta, al fine di evitare il commissariamento verificatosi in questi anni. Si pensa che questi enti abbiano diritto di essere amministrati da governatori eletti dal popolo, poi starà a chi li rappresenterà fare un buon lavoro sul territorio”.