Altroconsumo ha stilato le classifiche dei supermercati più convenienti. Sotto la lente di ingrandimento oltre 1.100 punti vendita (super, iper e discount) per analizzare 1,4 milioni di prezzi.
Famila Superstore, Bennet e Carrefour tra gli ipermercati e i supermercati visitati, In’s e Lidl tra i discount. Sono queste le catene risultate più economiche nel corso delle rilevazioni dell’indagine a seconda del tipo di spesa.
La 35esima edizione ha portato a mettere a confronto i prezzi di 1.140 punti vendita in 65 città per stilare le graduatorie delle insegne meno care dell’indagine e per più tipi di spesa individuando possibilità di risparmio fino a 3.400 euro all’anno. Inoltre sono state realizzate le classifiche dei supermercati più economici dell’inchiesta.
Tra il 4 e il 31 marzo 2024 i rilevatori hanno registrato 1,4 milioni di prezzi di 1.140 punti vendita selezionati sulla base di criteri che ne garantiscono la rappresentatività sul territorio. Per ognuna delle 126 categorie di prodotto considerate (le più acquistate secondo l’Istat tra alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona, cibo per animali) sono stati registrati i prezzi, promozioni incluse, di tutti i prodotti in vendita ma solo se presenti a scaffale. Questo consente di ricostruire l’esperienza di acquisto dato che l’indisponibilità di un prodotto potenzialmente conveniente limita le possibilità di risparmio.
I prezzi vengono elaborati sulla base di calcoli e ponderazioni. Si ottiene un indice su base 100 che misura il posizionamento di prezzo di insegne e punti vendita, a livello nazionale e locale, rispetto alla loro piazza competitiva. Consulta la metodologia nel dettaglio.
“Se l’anno scorso l’inflazione galoppava e avevamo rilevato prezzi in aumento anche del 18% in alcune catene, quest’anno c’è stato un rallentamento: si spende comunque molto di più di anni fa ma, rispetto al 2023, i prezzi delle singole insegne non sono saliti più del 3,3% soltanto – si legge -, con alcune che li hanno anche ridotti.
In media tra tutti i tipi di catena visitati i prezzi sono aumentati dell’1,2% (l’anno scorso la media era di ben il 12,6%): i super visitati sono quelli che hanno rincarato di più (+ 1,7%), seguono gli Iper (+ 1,6%) e i discount (+ 0,25%), che in alcuni casi hanno persino ribassato. L’anno scorso erano stati proprio i discount, invece, a segnare il picco con +15%”.
“Il prezzo dello stesso prodotto può essere molto più alto in un punto vendita rispetto a un altro: in media, nella nostra inchiesta, del 100%, con punte anche del 200%, oltre il triplo – continua l’approfondimento -. Alcuni esempi da punti vendita della stessa città”.
“Quest’anno abbiamo calcolato anche la spesa annua per Regione considerando la spesa media delle famiglie italiane al supermercato (Istat, 2023) e i prezzi rilevati in tutti i punti vendita visitati. Inoltre abbiamo visto quanto pesa la spesa sul reddito familiare annuo – spiegano -. Diverse Regioni più ricche, prevalentemente del Nord, sono anche quelle dove fare la spesa costa meno; e in varie aree più povere del Centro-Sud la spesa al supermercato pesa parecchio di più sul bilancio familiare.
Nel dettaglio, il Trentino Alto-Adige è la regione più economica dell’indagine, seguita da Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Calabria e Toscana (spesa media annua a famiglia tra 6.600 e 6.900 euro).
Le più care (spesa media annua a famiglia di 7.100-7.700 euro) sono Valle d’Aosta in primis, dove si spende il 16% in più della regione più economica, Lazio (+10%), Umbria e Marche (+9%) ed Emilia Romagna (+8%).
Quanto al peso della spesa sul reddito delle famiglie, si va dal 12-14% nelle regioni con il reddito familiare annuo più alto (50-58mila euro), cioè Trentino-Alto Adige, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Lazio; al peso più alto, del 16-17%, nelle regioni con il reddito familiare annuo più basso (40-43mila euro), cioè Calabria, Molise, Basilicata, Sardegna e Sicilia.
Quindi Trentino, Veneto, Lombardia e Toscana, dove il reddito è più alto, sono anche tra le regioni con maggiore convenienza nei supermercati.
E, in generale, nelle Regioni più povere (tutte del Centro-Sud), si spende fino al 5% in più del proprio bilancio rispetto alle regioni più ricche: a fronte di redditi molto più bassi i prezzi rilevati erano comunque simili o anche superiori rispetto a quelli delle regioni più ricche”.
“Le differenze tra Nord e Centro-Sud emergono sia a livello regionale – analizzano -, che nelle singole città: nelle località del Nord di solito è maggiore anche la possibilità di risparmio tra il punto vendita più caro e quello meno caro visitato; tant’è che le prime dieci città per i risparmi possibili, eccetto Roma e Firenze, sono tutte settentrionali. Nella più conveniente da questo punto di vista, anche quest’anno Cremona, avremmo risparmiato il 25% nel negozio meno caro visitato rispetto a quello più caro: secondo le nostre stime, sono 2mila euro all’anno in meno per una famiglia che in media spende 7mila euro al super (Istat, 2023). Seguono, ma a grande distanza, Como, Roma, Verona e Milano con un risparmio intorno ai 1.300 euro annui (del 17-18%).
Le città con i risparmi più bassi (0,2% e 0,9%, meno di 100 euro) sono Reggio Calabria e Catanzaro (ma c’è anche da considerare che, come in altre città, ci è stato concesso di rilevare i prezzi solo in pochi punti vendita); tra le peggiori anche Teramo, Napoli e Savona, con un risparmio possibile – tra il punto vendita più caro e quello meno caro visitato – inferiore al 3%, circa 200 euro”.
“In Regioni con il reddito familiare annuo più alto (50-58mila euro), come Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Lazio la spesa pesa sul reddito per il 12-14% – rivelano -. In Regioni con il reddito familiare annuo più basso (40-43mila euro), come Calabria, Molise, Basilicata, Sardegna e Sicilia la spesa impatta per il 16-17%. Nelle Regioni più povere, quindi, si spende fino al 5% in più del proprio bilancio rispetto alle Regioni più ricche: a fronte di redditi molto più bassi i prezzi rilevati erano comunque simili o anche superiori rispetto a quelli delle Regioni più ricche”.
“Le classifiche per insegna variano in funzione del tipo di carrello: le cose cambiano molto, infatti – continua -, se si acquistano i prodotti più economici sullo scaffale, oppure quelli di marca, a marchio commerciale (con il logo della catena) o se si considera una spesa mista, con tutti i tipi di prodotto.
Quanto a quest’ultima opzione, i vincitori restano gli stessi del 2023: tra iper e super, la catena più conveniente dell’indagine è di nuovo Famila Superstore.
Quanto ai discount (in una classifica separata, non avendo lo stesso assortimento di marche), anche In’s conferma la vetta del 2023″.
“Se si vuole risparmiare il più possibile – dicono -, i discount restano la scelta migliore (e le loro vendite sono difatti aumentate molto in questi anni di inflazione elevata): occupano i primi sette posti per la “Spesa con i prodotti più economici” presenti sullo scaffale, anche a grande distanza rispetto a molte insegne, dove questo tipo di carrello costava fino al 35% in più.
Quest’anno la prima posizione va a Lidl, discount piuttosto diffuso.
Ed è per una spesa di questo tipo (con i prodotti più economici), in questa catena vincitrice, che abbiamo stimato la possibilità di risparmiare 3.400 euro all’anno per una famiglia di quattro persone che mediamente, secondo i dati Istat, spende ben 9.128 euro all’anno al supermercato (tutte le stime di risparmi possibili nella tabella in fondo)”.
“Bennet, una catena di iper diffusa nel Nord-Ovest, conquista la vetta – annunciano -. In generale, però, c’è da dire che per la spesa di marca non emergono grandi possibilità di risparmio tra insegne: i punteggi ottenuti dalle catene nelle nostre classifiche sono spesso uguali o molto vicini, al contrario di altri tipi di spesa su cui, invece, si può risparmiare di più tra una catena e l’altra.
Questa classifica riguarda solo iper e super perché i prodotti di marca sono meno diffusi nei discount”.
“Iper e super puntano sui prodotti con il loro marchio per contrastare l’avanzata dei discount – spiegano ancora -. Per questo tipo di prodotti è, a sorpresa, Carrefour l’insegna in cui abbiamo rilevato i prezzi meno cari dell’indagine; l’anno scorso era solo sesta.
Questa classifica include solo super e iper perché i prodotti a marchio del discount sono inclusi nella spesa dei prodotti più economici”.
“Se preferite la spesa di marca in iper e super, potete affidarvi anche alle classifiche città per città consultabili nello speciale – come dicono i dati -, dove trovate quali sono i negozi visitati meno cari per i prodotti di marca, in ognuna delle 65 città. I primi nove posti tra i negozi dell’indagine vanno alla catena Rossetto, nel Nord-Est (il più economico in assoluto dell’inchiesta è l’iper Rossetto di Marcon, vicino Venezia); segue uno Spazio Conad in provincia di Bari, poi gli altri punti vendita meno cari visitati, fino alla trentesima posizione, sono quasi tutti del Nord; ultimi un Despar di Cagliari e un Carrefour Market di Cremona.
Tra un negozio e l’altro i prezzi possono cambiare davvero molto, anche se non allo stesso modo in tutte le città, come abbiamo visto; in generale però, lungo lo Stivale, lo stesso prodotto lo abbiamo trovato mediamente a prezzi più alti del 100%, con punte anche del 200%, oltre al triplo. Ma anche nella stessa città le differenze non mancano (come si nota negli esempi di quattro prodotti nello speciale). Se però non avete negozi risultati economici vicino casa, una strategia utile potrebbe essere fare almeno la spesa “grossa”, per i prodotti non deperibili, nei punti vendita in testa alle classifiche; e poi, per gli acquisti più quotidiani, andare nei negozi più comodi.
Dalle nostre stime, emerge in modo evidente che comprare al discount (i prodotti più economici in assoluto, ma anche facendo una spesa mista) o comprare i prodotti con il marchio del distributore in iper e super – presso le catene più convenienti dell’indagine – è il modo migliore per risparmiare.
Spesso si diffida un po’ della qualità dei prodotti del discount o a marchio commerciale, pensando che sia scarsa o comunque inferiore a quella della marca; ma così non è e ce lo confermano ogni anno i nostri test: negli ultimi due anni, tra i Miglior Acquisto attribuiti ai prodotti del super, per il miglior rapporto qualità-prezzo, il 17% è andato ai prodotti della marca del distributore, il 24% alla marca del discount.
Se si vuole risparmiare il più possibile quindi, mantenendo la qualità, si può pensare di dividere la spesa in due tipi di catene: discount e super in testa alle classifiche, scegliendo, appunto, i prodotti della loro marca o i più economici”.
“Secondo i dati Istat un singolo spende mediamente oltre 5.500 euro in un anno per fare la spesa, mentre una famiglia di 4 persone (una coppia con due figli) spende oltre 9 mila euro – annuncia l’indagine -. Ma è possibile risparmiare? Nella tabella sotto abbiamo calcolato quanto si può risparmiare scegliendo l’insegna più conveniente dell’indagine per ogni carrello.
Partendo dalla spesa media al super (Istat, 2023), abbiamo trasformato gli indici su base 100 delle nostre classifiche in spesa annua. Per stimare i risparmi, abbiamo quindi calcolato la differenza tra la spesa media e la spesa nella catena più conveniente dell’indagine per ogni carrello”.
QUANTO SI PUO’ RISPARMIARE IN UN ANNO | ||
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TIPOLOGIA DI SPESA | Una persona | Famiglia di 4 persone |
SPESA CON PRODOTTI PIÙ ECONOMICI | 2.100 € | 3.400 € |
SPESA CON PRODOTTI A MARCHIO COMMERCIALE (IN IPER E SUPER) | 1.700 € | 2.800 € |
SPESA MISTA (AL DISCOUNT) | 1.600 € | 2.600 € |
SPESA MISTA (IN IPER E SUPER) | 210 € | 340 € |
SPESA CON PRODOTTI DI MARCA (IN IPER E SUPER) | 60 € | 430 € |
Fonte foto: Sito ufficiale Altroconsumo