La prudenza e la propensione al risparmi fanno parte del Dna degli italiani. Da sempre. Come evidenziato da Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), nell’ultimo decennio (2011-2021) la ricchezza finanziaria italiana è addirittura cresciuta del 50% (1.700 miliardi).
Con il segretario generale Fabi, Lando Maria Sileoni, il QdS ha approfondito il tema del risparmio italiano alla luce sia della crisi economica legata ad inflazione e caro energia che dello scenario internazionale sempre più caratterizzato dall’instabilità.
Il risparmio italiano vale 5.256 miliardi: a quanto ammonta la ricchezza custodita all’estero e quali gli effetti: il rischio non è quello di essere in balìa del mercato internazionale?
“Su 5.200 miliardi di euro, la quota di risparmi degli italiani all’estero o, comunque, investita in fondi o titoli stranieri è pari a circa 650 miliardi. Da questo punto di vista, non vedo particolari rischi sul fronte dei mercati internazionali. La maggior parte della ricchezza finanziaria, insomma, è dentro i nostri confini ed è qui che andrebbe valorizzata sempre di più. Semmai, ci sono aspetti interni, tutti italiani da approfondire. Mi riferisco al fatto che le banche sulla gestione dei risparmi degli italiani, pur rispettando tutte le normative esistenti, offrono alla clientela quei prodotti finanziari e assicurativi che garantiscono loro importanti ritorni finanziari anche in termini di commissioni. Insomma, il cliente oggi può scegliere limitatamente, rispetto a quel poco che le banche offrono. Chi lavora in banca assicura una… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI