Investire in modo strategico con un occhio di riguardo a un risparmio stimato in 5 miliardi di euro tra il 2022 e il marzo 2024. Stiamo parlando delle famiglie siciliane, che negli ultimi due anni hanno dimostrato una notevole resilienza economica, riuscendo a fronteggiare l’inflazione galoppante e l’aumento dei tassi di interesse che hanno caratterizzato il 2023. Il risparmio ha portato la ricchezza finanziaria della Sicilia a superare gli 81 miliardi di euro.
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Un risultato significativo, come si evidenzia nel report realizzato dalla Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), considerando le difficoltà del contesto economico nazionale e, ancora di più, regionale.
Investimenti in titoli di stato, fondi di investimento, polizze finanziarie e altri strumenti finanziari: sono state queste le risorse economiche sfruttate da migliaia di famiglie. In questo approfondimento del Quotidiano di Sicilia conosceremo la situazione delle nove province della Sicilia, tra crescite e decrescite.
Il report di Fabi sottolinea come il risparmio delle famiglie della Sicilia sia stato trainato principalmente da un forte aumento degli investimenti in titoli di Stato. Questi hanno registrato un incremento del +34,5% in un solo anno a fronte di una media nazionale del 30,9%. Lo spirito “conservatore” delle famiglie è emerso ancora una volta.
E parafrasando un famoso proverbio americano del “When in trouble, go big!” (quando sei nei guai, pensa in grande, ndr), i siciliani hanno ancora una volta preferito il “When in trouble, go back home”. Perché lo Stato resta infallibile nel pensiero comune, soprattutto a certe latitudini. Questo risultato ha compensato il leggero calo dei depositi bancari, che si sono ridotti di 1,7 miliardi di euro, con una contrazione meno accentuata rispetto alla media italiana (-4,9%). Le famiglie hanno preferito investire i propri risparmi piuttosto che tenerli in conti che offrono rendimenti praticamente nulli a causa dei bassi tassi di interesse.
Il dinamismo dell’economia siciliana si riflette anche nell’aumento dei conti correnti, che hanno superato la soglia dei 2,2 milioni nel 2023, con un incremento di oltre 15.000 unità (+0,69%).
Come confermato dagli esperti Fabi, “in valore assoluto la provincia più attiva è stata quella di Catania, che con un incremento di 4.582, ha raggiunto i 474.939 conti correnti, dai 470.357 dell’anno precedente (+0,97%)”. Positiva anche la prestazione di Agrigento (3.800, +2%). Più staccate invece Palermo (2.700, +0,5%), Ragusa (2.400, +1,4%), Siracusa (1400, +0,8%), Messina (750, +0,3%) e Trapani (180, +0,1%). Ad andare in controtendenza, ma comunque con una decrescita limitata, le province di Caltanissetta e Enna, rispettivamente con una contrazione del -0,54% e del -0,26%.
Un altro aspetto interessante che emerge dall’analisi di Fabi sul risparmio in Sicilia riguarda il mercato del credito. A differenza del resto del Paese, dove i prestiti e i mutui hanno subito un calo, in Sicilia il credito ha registrato un lieve incremento. Nel marzo 2024, i prestiti concessi ai privati ammontavano a 30,78 miliardi di euro, con un aumento di 115 milioni (+0,4%) rispetto al 2022, mentre a livello nazionale si è verificato un calo di oltre quattro miliardi (-0,6%).
L’andamento dei prestiti non è stato uniforme in tutte le province siciliane. Catania ha registrato l’incremento maggiore (+1,7%) segno di una economia che ha continuato a circolare dopo lo stop imposto dalla pandemia. A seguire Palermo (+0,3%), Trapani (+0,8%) e Siracusa (+0,6%). Al contrario, altre province come Agrigento, Caltanissetta ed Enna hanno mostrato un segno negativo, con cali stavolta significativi rispettivamente dell’1,2%, 1,4% e 1,3%, ma segnale anche di un risparmio e una liquidità disponibile di tutto rispetto. Il saldo complessivo dei prestiti presenta una crescita generale pari a circa 100 milioni di euro.
Un’analisi dettagliata delle province rivela che Palermo e Catania sono le città che hanno maggiormente contribuito alla crescita del risparmio in Sicilia. Palermo, con un incremento di 1,4 miliardi di euro (+7,1%), guida la classifica, seguita da Catania (+1,1 miliardi, +6,9%) e Messina (+860 milioni, +5,7%).
Anche le province più piccole hanno registrato risultati positivi: Agrigento ha visto una crescita del 6,7%, Ragusa del 6% e Trapani del 5,8%. Gli aumenti, seppur con percentuali diverse, sono stati generalizzati in tutte le province, ad eccezione di Caltanissetta ed Enna, che hanno mostrato anche in questo caso andamenti meno dinamici.
Nonostante l’incertezza economica, la Sicilia ha dimostrato ancora una volta una capacità di reazione notevole, riuscendo a preservare e aumentare il risparmio delle famiglie, a mantenere vivo il mercato del credito e a far crescere gli investimenti. Il rapporto di Fabi evidenzia come, in un contesto di crisi, le famiglie siciliane abbiano saputo adattarsi, prendendo decisioni finanziarie oculate, soprattutto in materia di investimenti e dimostrato una maturità finanziaria notevole se rapportate alle statistiche riguardanti la conoscenza della materia da parte degli abitanti dell’Isola.