Il gip di Palermo ha accettato la richiesta di giudizio con rito abbreviato per Lorena Lanceri e il marito Emanuele Bonafede, i coniugi accusati di aver “curato” la latitanza di Matteo Messina Denaro e di averlo ospitato più volte.
Alcuni li definiscono i “vivandieri” del boss, scomparso lo scorso 25 settembre, in quanto avrebbero ospitato e curato Messina Denaro nell’ultimo periodo di latitanza a Campobello di Mazara, nel Trapanese, prima dell’arresto del 16 gennaio.
La Procura di Palermo, nella persona del pm Piero Padova, ha chiesto la produzione di documenti per verificare l’accusa a Lorena Lanceri, imputata di favoreggiamento aggravato e che rischierebbe la modica dell’accusa in associazione mafiosa. La donna, secondo l’accusa, avrebbe fatto da tramite tra Messina Denaro e la maestra Laura Bonafede, ritenuta una delle amanti del boss durante l’ultimo periodo di latitanza.
Al momento Lanceri e Bonafede rimangono detenuti. L’indagata avrebbe anche avuto una relazione col boss: sarebbe lei la “Diletta” menzionata in alcuni pizzini. Messina Denaro avrebbe perfino fatto da padrino di cresima al figlio della coppia nel 2017. Per l’occasione, il “figlioccio” del boss di Castelvetrano avrebbe ricevuto un costoso orologio Rolex.
Foto dell’arresto di Messina Denaro da Imagoeconomica