Intervistato dal vice presidente, Filippo Anastasi, l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Roberto Lagalla, risponde alle domande del Quotidiano di Sicilia.
Come ha vissuto questi mesi di emergenza epidemiologica?
“Ho vissuto con grande trepidazione e preoccupazione, ma certamente non è mancata la sollecitudine e la cura, che per la verità non ha riguardato soltanto il governo della Regione ma tutta la comunità scolastica siciliana, l’Ufficio scolastico regionale e le Prefetture, che sono intervenute con grande impegno durante un’estate in cui nessuno ha usato le ferie”.
Che risultati avete ottenuto finora?
“Il risultato è una scuola che si è saputa preparare alla prevenzione del contagio. I risultati epidemiologici di una bassa incidenza di persone positive ci dicono che le scuole sono realmente posti protetti, dove il distanziamento e il tracciamento sono delle realtà concrete. È chiaro che dobbiamo assistere, a malincuore, alla chiusura delle superiori e alla sostituzione dell’attività in presenza con la didattica a distanza, ma questo avviene per ridurre la pressione sulla mobilità generale e per la difficoltà dei trasporti. La capienza dei mezzi di trasporto, seppur ridotta al cinquanta per cento, non può che generare problemi di pendolarismo che noi siamo chiamati a evitare. Con il Dpcm di novembre, anche quel 25 per cento di didattica in presenza nelle scuole superiori è stato limitato. Restano in presenza la scuola dell’infanzia, le elementari e le medie. Sono previste anche alcune azioni in presenza negli istituti superiori, laddove si tratti o di attività laboratoriali non sostituibili, ovvero si tratti di un aiuto didattico agli studenti in difficoltà o portatori di disabilità. Abbiamo guardato alla scuola con trepidazione e sollecitudine. Mi dispiace che tanti sforzi fatti, dal ministro fino a tutti noi, vadano parzialmente in fumo perché non si realizza fisicamente la comunità scolastica”.
Come ha trovato il mondo della scuola rispetto alla prima fase di pandemia?
“Sul piano della didattica a distanza, gli istituti scolastici si erano già attrezzati, perché sia gli interventi statali, sia regionali, avevano consentito di potenziare la rete internet. Come Regione siciliana, noi siamo intervenuti, mettendo a disposizione un’ulteriore piattaforma didattica, oltre ottomila device e ottomila tablet per studenti in difficoltà, più quelli messi a disposizione dallo Stato. Abbiamo, inoltre, messo a disposizione schede per la connessione per chi si trovava in condizioni di disagio economico e non aveva in casa la connessione in rete. Nei prossimi mesi, procureremo altre schede per il traffico dati. Abbiamo approvato una legge finanziaria, dove sono previsti 15 milioni di euro per la scuola digitale, venti milioni per aiuti alle scuole in periodo di Covid e venti milioni per combattere la povertà educativa favorendo una serie di interventi mirati. Le scuole, oltre ai nove milioni di euro assegnati dal Miur, possono contare sui fondi della Finanziaria, cui si sommano le risorse che ricevono da Roma”.
A che punto sono gli interventi di edilizia scolastica?
“Il piano triennale di edilizia scolastica è aggiornato annualmente e ha un finanziamento a parte. Dopo le verifiche sismiche, riteniamo che una certa quota percentuale di scuole dovrà svolgere degli interventi di adeguamento strutturale. Per questo stiamo liberando 63 milioni di euro a valere sul Pac, programmi complementari, che si sommano alle risorse del piano triennale. Perciò, abbiamo mediamente ogni anno, tra finanziamento statale e cofinanziamento regionale, circa ottanta-novanta milioni di progetti finanziati. In più, aggiungeremo altri 60 milioni per interventi per la riqualificazione delle scuole”.
Sono sufficienti le risorse economiche per la scuola?
“Nell’ultima legge finanziaria abbiamo messo in campo un piano di interventi sull’istruzione e la formazione professionale per 120 milioni di euro ed è la prima volta in Sicilia che ai fondi del bilancio si aggiungono altre risorse. Da questa legislatura, le voci a bilancio di istruzione e formazione professionale sono state incrementate. Mi riferisco, per esempio, al funzionamento delle scuole, all’obbligo scolastico, alla formazione professionale con i corsi Oif per i giovani che devono rispettare l’obbligo scolastico e che non scelgono il percorso tradizionale e ai corsi IeFp. Questi ultimi consentono ai ragazzi e alle ragazze di 14 anni di acquisire una qualifica professionale e di assolvere l’obbligo formativo. Ritengo decisivo l’approvazione nel 2019 della legge sul diritto allo studio, senza la quale non avremmo raggiunto questo risultato in termini di risorse economiche. Aspettavamo la legge sul diritto allo studio dalla riforma della formazione professionale dal 1974. Ebbene, l’anno scorso abbiamo approvato due leggi di sistema, una sull’istruzione e una sulla formazione professionale, un risultato importante che ci consente di programmare e destinare le risorse allo studio”.
Quali opportunità hanno oggi i giovani?
“Stiamo incrementando le borse di studio per gli universitari e stiamo avviando bandi sperimentali, per esempio sull’impresa didattica. Abbiamo l’apprendistato di primo livello negli Istituti tecnici professionali. Stiamo anche potenziando l’intervento sulla dispersione scolastica e la formazione professionale in obbligo scolastico. La Sicilia oggi con i corsi IeFp è la quarta regione d’Italia dopo Lombardia, Piemonte e Veneto per numero di allievi”.
Quali prospettive ci sono con il Recovery Fund?
“Il Governo regionale ha inserito interventi destinati al mondo della scuola nella proposta inviata a Roma per il Recovery plan, all’istruzione e alla digitalizzazione di trecento milioni per l’edilizia scolastica e universitaria, oltre a 450 milioni a sostegno dell’istruzione per complessivi 750 milioni”.
Quanto funziona, allo stato attuale, l’incontro domanda-offerta sul lavoro?
“Stiamo guardando anche a un coinvolgimento sempre più diretto delle imprese e delle aziende per una formazione professionale competitiva. Abbiamo bandito l’Avviso 33 per la creazione di nuova occupazione che ora è sospeso per il Covid, ma ripartirà. L’avviso, secondo le strategie europee, prevede percorsi di formazione professionale finalizzati alla creazione di competenze basate sull’esigenza comunicata agli enti dalle imprese. Chiediamo alle imprese di comunicare di quali competenze hanno bisogno e poi gli enti organizzano i corsi. Le imprese poi hanno l’obbligo di assumere una percentuale di allievi secondo quanto prevede il bando. Questo è un sistema concordato con il partenariato sociale, con Confindustria e Confimpresa. In questo modo si responsabilizzano le aziende, si alza l’asticella della qualità dei corsi degli enti di formazione e si guarda direttamente all’occupazione. Inoltre, insieme all’assessore al Lavoro abbiamo firmato un decreto col quale entro l’anno contiamo di emanare le linee guida per il riconoscimento delle competenze informali e non formali”.
Quanti sono gli istituti tecnici siciliani e quali sono i loro principali obiettivi?
“In Sicilia sono presenti cinque Istituti tecnici professionali (Its), uno per ogni area tecnologica, come efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie del Made in Italy, tecnologie dell’informazione e della comunicazione e tecnologie innovative per beni e le attività culturali-Turismo, ad eccezione dell’area Nuove tecnologie della vita. L’Its dell’area Nuove tecnologie per il Made in Italy è attivo nell’ambito sistema agro-alimentare. Gli Its sono Fondazioni costituiti da Istituti tecnico-professionali, università e aziende con un indice di occupazione che in Italia si attesta all’82% e in Sicilia al 66% con un risultato straordinario. Le Fondazioni che già esistono, sono, l’Its Archimede Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali di Siracusa, Its Efficienza energetica di Enna, Its Albatros Nuove tecnologie per il made in Italy di Messina, Its Mobilità sostenibile e trasporti e Its Steve Jobs Tecnologie dell’informazione e della comunicazione di Catania. A queste, si sono aggiunte, ad agosto, Its Sicani Nuove tecnologie per il made in Italy – Agroalimentare di Agrigento, Its Madonie Tecnologie e sistemi agroalimentari, Its Alessandro Volta Nuove tecnologie della vita e Infomobpmo Mobilità sostenibile di Palermo, Its Emporio del Golfo Nuove tecnologie per il made in Italy di Trapani e per la Sicilia orientale l’Its Aerospazio Sicilia Mobilità sostenibile di Ragusa”.
Curriculum
Roberto Lagalla è nato a Bari nel 1955. Laureatosi in Medicina nel 1979, è specialista in Radiologia, diagnostica e Radioterapia oncologica. Professore ordinario di Diagnostica per immagini e Radioterapia all’Università di Palermo, è stato direttore del Dipartimento di Scienze radiologiche del locale Policlinico. Dal 2001 al 2006 ha presieduto il Polo universitario di Agrigento. Nel 2006-2008 è stato assessore regionale alla Sanità e negli anni 2008-2015 rettore dell’Università di Palermo. Dal 2017 è assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale.