Musica

Roby Facchinetti, ecco il nuovo album “Inseguendo la mia musica”

In esclusiva al Quotidiano di Sicilia, Roby Facchinetti ha raccontato come è nato il suo ultimo album “Inseguendo la mia musica”, soffermandosi anche su tanti altri argomenti.

Roby, quando e come nasce in te la passione per la musica?

“La passione nasce grazie a mia madre. Mio nonno era compositore e mia mamma amava molto la musica classica. Sono cresciuto ascoltando sempre musica. Successivamente, a sei anni ho cominciato a imparare il solfeggio ed a imparare a suonare alcuni strumenti. Dapprima la fisarmonica e dopo un paio d’anni iniziai anche il pianoforte. Da quel momento è iniziato il mio percorso musicale, esibendomi con le prime band, fino a quando a Bologna avvenne l’incontro con i Pooh, che si erano formati da poco, e che mi chiesero se volessi far parte della band. Accettai subito non facendomi scappare quel treno.”

E’ da poco uscito il singolo “Cosa lascio di me”, il terzo tratto dall’album “Inseguendo la mia musica”. Cosa ci puoi dire a riguardo e quali sono le novità?

“L’idea nasce l’anno scorso proprio durante questo periodo, dopo che io e Stefano D’Orazio abbiamo inciso ‘Rinascerò Rinascerai’ che fece un enorme successo. Proprio dopo aver assistito a tale successo, mi è venuta voglia di fare un doppio cd con musica dal vivo, registrato durante il mio tour “Inseguendo” del 2019.


L’idea però non mi piaceva fino in fondo e desideravo fare qualcosa di più. Volevo creare qualcosa di attuale. Oltre Rinascerò, Rinascerai ci sono altri quattro inediti, tre dei quali con il testo scritto da Stefano. Il video di “Cosa lascio di me”, è uscito tre settimane fa, ed è un desiderio o meglio una voglia di capire cosa lascio e cosa posso aver lasciato nel cuore delle persone della mia vita, dai genitori ai nipoti passando per mia moglie ed i Pooh. Questo video è rappresentato da cento fotografie di altrettanti personaggi che fanno parte della mia vita.


Spesso noi ci preoccupiamo sempre delle persone che conosciamo e tendiamo a giudicarli nel bene o nel male. Quasi mai però ci preoccupiamo di quello che noi lasciamo realmente nel cuore e nella mente nelle persona della nostra vita. E’ raro che chiediamo con il cuore mano alle persone a noi vicine Cosa rappresento per te? in quale parte appartengo dentro di te?”.
E’ difficile, ma ritengo che sia importante, non per compiacimento ma onestamente e liberamente ottenere una risposta a queste domande.”


Roby, il tuo ultimo album è uscito a settembre, in piena pandemia. Per molte persone la musica può aiutare a passare questi momenti bui, tu tra l’altro sei di Bergamo, quindi chi meglio di te poteva realizzare qualcosa del genere…

“Credo che la musica ha avuto un grande ruolo in questa pandemia, forse il ruolo più alto. Ha aiutato a superare meglio i momenti difficili, sotto alcuni aspetti può essere la medicina migliore. Tantissime persone che erano negli ospedali mi hanno fatto sapere che ascoltando il brano “Rinascerò Rinascerai” che è tra l’altro un vero e proprio inno alla vita ed alla speranza, hanno trovato rifugio e serenità. La musica ha avuto un ruolo veramente importantissimo. Non sarebbe mai nato Rinascerò Rinascerai, se non avessi vissuto questo record negativo di Bergamo. Contare oltre 6000 morti è stata una cosa devastante. Probabilmente non sarebbero mai nati ne questo ne gli altri quattro inediti e nemmeno il mio doppio cd live.”

Attualmente è possibile ascoltare i tuoi ultimi brani nei digital store. Cosa c’è invece nel futuro di Roby Facchinetti? A costa stai lavorando?

“In questo mio progetto musicale sono mancati certamente gli store ed i firmacopie che per il mio pubblico e per la mia storia sono molto importanti. Spero che si possa recuperare qualcosa nei prossimi mesi, sarebbe un bel modo anche per incontrare il mio pubblico. Quello a cui sto lavorando adesso, oltre a promuovere il mio progetto musicale, è quello di cercare di portare sul palco per il 2022 questa opera che si intitola “Parsifal” che io e Stefano abbiamo avuto la possibilità di concludere. Dai dodici minuti del nostro album Parsifal, ora è uscita un’opera completa che dura due ore. Durante questo percorso ho conosciuto dei compagni di viaggio straordinari che si sono innamorati di quest’opera che verrà rappresentata in un modo del tutto innovativo e diverso. Sarà un percorso speciale per chi verrà a venire a vedere lo spettacolo che tratterà diversi temi tra cui Re Artù ,le crociate, ed il Sacro Graal.
Un progetto davvero speciale ed importante che speriamo di far debuttare il prossimo anno per ricordare anche il nostro Stefano.”


Qual è il tuo rapporto con la Sicilia?

“E’ un rapporto eccezionale. Il primo tour con i Pooh lo abbiamo fatto proprio in Sicilia. Alcuni fan sono diventati degli amici veri. Abbiamo fatto oltre 260 concerti in Sicilia, credo che sia un record.”

Qual è il consiglio che ti sentiresti di dare ai giovani o a chi si vuole avvicinare al mondo della musica?

“Oggi è molto difficile farsi strada. Se una persona non sente veramente dentro di sè quella spinta e quella passione che non la fa dormire la notte, è difficile che possa fare carriera. Ma non basta avere solo la passione, bisogna che si abbia anche talento, per capire se realmente si hanno delle cose proprie da dire e se si ha quella creatività che ti permette di essere particolare e di contraddistinguerti da altri artisti. Le componenti sono veramente tante, non basta solo una bella canzone.”


Antonio Licitra