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Roma, assalto alla Ggil, oggi udienza riesame per Fiore e Castellino

E’ prevista per stamattina l’udienza davanti al tribunale del Riesame di Roma in relazione ai 6 arrestati per gli scontri ed i disordini avvenuti nel centro della Capitale e per l’assalto alla sede nazionale della Cgil, il 9 ottobre scorso. Per quel fatto sono in carcere i leader di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino con il militante Salvatore Lubrano, l’ex terrorista nero Luigi Aronica, l’attivista “No greenpass” Pamela Testa, ed il portavoce di “Io Apro” Biagio Passaro. Le accuse a vario titolo e a seconda delle singole posizioni vanno dall’istigazione a delinquere, passando per devastazione e resistenza a pubblico ufficiale.

Gli indagati hanno respinto tutte le accuse davanti al gip

Negli interrogatori di garanzia davanti al giudice delle indagini preliminari, secondo quanto rivelato dal telegiornale di La7, gli indagati hanno respinto le accuse e fornito dettagli su quanto avvenuto nel convulso pomeriggio di sabato 9 ottobre. Castellino a verbale spiega: “Forza nuova non compare da venti mesi in nessuna manifestazione, non porta la bandiera e il movimento si definisce Italia libera e lavora esclusivamente sulle battaglie legate alla dittatura sanitaria”.

Sempre secondo quanto rappresentato da Castellino lui ha “mandato Aronica a parlare coi funzionari della digos e della questura in piazza, che concordano e autorizzano il corteo fin sotto il palazzo della Cgil. Aronica torna e mi comunica: ci hanno dato l’ok per partire. Non posso sapere i nomi e i cognomi dei funzionari che hanno preso l’accordo”, prosegue. Il responsabile romano di FN ha ammesso di aver gridato ‘portateci da Landini o lo andiamo a prendere noi’, ma chiede che il tutto venga contestualizzato: “io non so dove abita Landini e non voglio saperlo, ci mancherebbe altro: portateci da Landini o altrimenti noi sotto il suo palazzo lo obblighiamo a venire, era questo il senso, lei deve capire che stiamo in mezzo alla folla”.

A piazzale Flaminio – ha aggiunto Aronica al giudice – lui si è “messo in testa” al corteo “perché davanti avevo i dirigenti di polizia che ci portavano avanti. Sono loro che stavano alla testa del corteo e ci dicevano dove andare”. Il giudice insiste, vuole i nomi, con chi ha interloquito Aronica? “Allora – replica lui – per una questione morale etica mia i nomi non li faccio”. Dopo l’insistenza dei magistrati l’ex Nar ha detto il cognome di uno dei responsabili della Digos di Roma “ma non è che fosse solo” – spiega “era accompagnato da tutta una serie di altri dirigenti. Non è un colloquio avvenuto in una stanza con un gruppo limitato di persone”.

Fiore ha spiegato: “L’intenzione nostra era assolutamente pacifica… io faccio politica da oramai 48 anni e sarei un imbecille a pensare di andare ad assaltare la Cgil, a devastarla e a saccheggiarla”. Tutti giurano che la situazione è sfuggita di mano. “Ci siamo messi lì perché noi la manifestazione non volevamo farla violenta, già avevamo vinto perché avevamo portato 50 mila persone lì”, dicono. (Askanews)