Rousseau parla in nome del Popolo

Quel geniaccio di Gianroberto Casaleggio è riuscito a inventare un partito dal nulla, utilizzando l’immagine e la verve comica di Beppe Grillo, trasferita nella politica, ove però non fa ridere. Casaleggio ha inventato una piattaforma formidabile con cui ha attratto gli internauti come le mosche sul miele, propinando loro idee, immagini, iniziative, tutte portate sul proscenio nazionale dal comico genovese, a partire dalla famosa traversata dello Stretto di Messina.
A forza di proclami a base di “vaffa”, gli italiani sono stati trascinati dal vento della protesta, una giusta protesta per l’insipienza e l’incapacità di un ceto politico estremamente modesto, altamente ignorante, egoista e rissoso.
Non facciamo distinzione fra partiti, perché trasversalmente le qualità negative indicate riguardano un po’ tutti.
Certo, fra i politici vi sono persone colte, intelligenti, competenti e preparate, ma non sono capaci di trasferire quanto possiedono nelle azioni dei governi centrale, regionale e locali.
***
L’incapacità del ceto politico ha continuato a incidere sulla qualità della vita degli italiani, facendo retrocedere l’economia in modo visibile, un’economia che non è ancora riuscita a riportarsi ai livelli ante crisi, cioè dell’anno 2007.
La disoccupazione è fortemente aumentata, soprattutto quella giovanile, nel Sud la forbice si è allargata distanziando ancora di più quel territorio dal Nord e dal Centro.
I Governi hanno indicato nelle diverse Leggi di Bilancio un parametro minimo di investimenti in quel territorio nella misura del 34%, ma nel 2018 sono state destinate risorse per il 28%.
Perché le risorse sono attratte più dal Nord che dal Sud? Perché quel ceto politico è più forte, più coeso, più potente: sta insieme per rinforzare quel territorio.
Le istituzioni centrali fanno dell’iniquità la loro linea di condotta, approfittando della debolezza del ceto politico meridionale, che per mentalità è accattone e abituato alla cultura del favore anziché a un’attività che faccia rispettare diritti e doveri e soprattutto l’articolo 3 della Costituzione, che sancisce l’uguaglianza fra tutti i cittadini.
Il giovane Davide Casaleggio ha perfezionato la piattaforma pensata dal padre, denominandola Rousseau. Ha rifatto lo Statuto del M5s fra lui e Luigi Di Maio, avendo così escluso Beppe Grillo forse per sua stessa scelta.
Alla piattaforma vi sono centinaia di migliaia di iscritti, cui vengono rivolti quesiti e da cui si ricevono risposte più o meno indirizzate.
Per esempio, nel caso della scelta delle cinque donne capolista delle circoscrizioni per le elezioni europee, non è stata presentata una rosa, bensì è stato chiesto agli iscritti il consenso o il diniego sui nomi proposti. Il consenso, ovviamente, è arrivato. Mentre con le primarie sono stati scelti gli altri candidati delle liste.
La piattaforma Rousseau prende come simbolo e dominus il Popolo. Ma quante iniquità e ingiustizie sono state fatte, nei secoli, in nome del Popolo?
Per esempio, Robespierre, Marat e Danton in nome del Popolo ghigliottinarono la famiglia reale francese, migliaia e migliaia di persone in quel periodo che fu denominato il Terrore.
***
In nome del Popolo si amministra la Giustizia, ma quante iniquità e sentenze sbagliate?
In nome del Popolo dovrebbero funzionare scuola e università, ma l’ignoranza dilaga. In nome del Popolo si creano discriminazioni, si accontentano i gruppi di potere, si mantengono i privilegi: insomma, tutto il contrario di ciò che il Popolo vorrebbe.
La differenza fra gli statisti e i ciarlatani sta proprio nella capacità dei primi di fare quelle cose che il Popolo non vuole, mentre i secondi lo accontentano a parole mentre lo lapidano nei fatti.
In parallelo, chi agisce in nome del Popolo trova consimili che agiscono in nome di Dio. Anche questi, nei secoli, hanno commesso barbarie.
Cosa lega gli uni e gli altri? Il Potere, la voglia di dominare gli altri per attrarre ricchezze e favori a proprio vantaggio.
Ma il Popolo non è capace di reagire, per cui viene usato per fini personali.