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Intelligence Usa: “Da Russia 300 milioni a partiti di altri paesi”, c’è anche l’Italia

La Russia ha trasferito segretamente dal 2014, anno dell’occupazione della Crimea, oltre 300 milioni di dollari a partiti politici, dirigenti e politici stranieri di oltre una ventina di Paesi per esercitare il suo ‘soft power’.

E queste non sarebbero che “cifre minime” rispetto a quelle che probabilmente Mosca ha speso in questa attività, mentre si prepara nei prossimi mesi ad affidarsi sempre di più ai suoi mezzi di influenza coperta per tentare di minare le sanzioni internazionali per la guerra in Ucraina.

A rivelarlo è stato un alto funzionario dell’amministrazione Biden in una conference call, mentre con una mossa inusuale il Dipartimento di Stato rendeva noto un cable inviato dal segretario di Stato Antony Blinken a numerose ambasciate e consolati Usa all’estero, molti dei quali in Europa, Africa e Asia del sud, manifestando le preoccupazioni americane.

Il cable, contrassegnato come “sensibile” ma non classificato, contiene una serie di ‘talking point’ che i diplomatici Usa dovranno sollevare con i governi che li ospitano in merito alla supposta interferenza russa. Si tratta di informazioni declassificate di un report dell’intelligence Usa, sulla scia di quanto già fatto dalla Casa Bianca per anticipare e smascherare le mosse del Cremlino in Ucraina. Informazioni che sono state condivise con i governi dei Paesi alleati coinvolti.

La mossa ha seminato il panico soprattutto in Europa ed è piombata come una possibile ‘September surprise’ alla vigilia delle elezioni legislative italiane, dove parte del dibattito politico verte su sanzioni occidentali e postura verso Vladimir Putin. L’informativa non indica specifici ‘target’ russi e comunque non è la prima volta che l’intelligence Usa denuncia una campagna di influenza a suon di finanziamenti sui partiti nazionalisti, anti europei e di estrema destra che rappresentano circa il 20% del Parlamento europeo.

Secondo un articolo apparso nel 2016 sul quotidiano inglese Telegraph, le agenzie di intelligence americane avevano raccolto informazioni che dimostrerebbero come il Cremlino stesse condizionando alcuni partiti politici in Europa.

Alla National Intelligence guidata allora da James Clapper, il Congresso americano aveva assegnato l’incarico di controllare i finanziamenti russi degli ultimi 10 anni ai partiti europei, missione tuttora in corso.

Anche allora non trapelarono i partiti coinvolti ma nel mirino dei media finirono forze politiche in Francia, Paesi Bassi, Ungheria, Austria, Repubblica Ceca e Italia, con la Lega di Matteo Salvini che all’epoca negò ogni coinvolgimento.