ROMA – “Negli adolescenti e nei giovani c’è stato, negli ultimi 2 anni, un aumento esponenziale dei disturbi d’ansia, di cui oggi soffre uno su 4. E dei disturbi di depressione, che colpiscono uno su 5. Questo influisce anche sul consumo di psicofarmaci, aumentato in particolare per quanto riguarda gli ipnotici (usati per il sonno), che registrano un +11%. Sempre in aumento, ma con percentuali inferiori, l’uso di ansiolitici e antipsicotici in giovani e giovanissimi”.
A tracciare per l’Adnkronos Salute il quadro del disagio adolescenziale è Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf). “In generale, tra tutti i farmaci venduti nelle diverse fasi della pandemia” di Covid, ricorda lo specialista, “gli psicofarmaci prescritti in età pediatrica sono al terzo posto”.
“Abbiamo avuto in questi ultimi 2 anni un innalzamento della sofferenza psichica dei ragazzi e dei giovani – sottolinea Mencacci – che stanno attraversando un periodo complesso: con i molti accadimenti negativi, faticano a proiettarsi nel futuro”. L’utilizzo dei sonniferi è un segno decisivo del disagio, secondo l’esperto, “perché il sonno è stato una delle funzioni più disturbate in questo periodo. Non dimentichiamo che diverse condizioni partono proprio dai disturbi del sonno, che innescano problemi a rischio di divenire anche patologici e di una certa importanza. Un attacco di panico, nel 50% dei casi, avviene con un risveglio improvviso notturno. E non compare all’improvviso. Normalmente è preceduto da un alterazione del ritmo sonno veglia. Il tema del sonno si è imposto in modo abnorme in questo periodo”.
Sull’uso dei farmaci, in ogni caso, ”dobbiamo fare cultura, informazione e sensibilizzazione – ammonisce Mencacci – Dobbiamo ricordare che abbiamo a disposizione cure che hanno robuste documentazioni su efficacia e sicurezza. Non c’è ragione di creare paure e pregiudizio rispetto agli psicofarmaci”, precisa. “Ma è fondamentale sottolineare l’importanza della gestione da parte del medico delle terapie, che non possono essere, invece, frutto del passaparola e dell’uso traslato da un familiare già in cura, o del ‘fai da te’”.
“Sui sonniferi e gli ansiolitici – conclude il vertice Sinpf – purtroppo ancora c’è una fetta importante di utilizzo attraverso il passaparola. Le cure funzionano, ma vanno usate bene da uno specialista che conosca bene anche le fasi dell’adolescenza”.