Ieri l’assessore regionale, Totò Cordaro, sulle pagine di un giornale con sicumera certezza affermava che il più importante governo siciliano, da quando abbiamo avuto l’autonomia, dovesse proseguire in futuro con la naturale guida del Presidente Musumeci. A chi gli controbatteva sulle posizioni critiche nel centrodestra lui le derubricava a pretattica e a scommessa richiesta di maggiore collegialità. Gli alleati stessero buoni che Musumeci con il baricentro del centro è saldamente al comando.
Quello che perplime abbondantemente in questa analisi, condita da aggettivazioni roboanti sulla propria azione urbanistica degne di Le Corbusier, è l’assoluto scollamento dalla realtà sociale politica dell’isola. Fra la nascita del governo Musumeci ed oggi sono trascorse già due ere geologico politiche. Ma per gli imperturbabili assessori del governo regionale nulla è cambiato. Il problema principale incredibilmente sottolineato da Cordaro è proprio quello del centro. Inteso come substrato sociale dei moderati. Il centro ha già abbandonato la ex classe dirigente del centro politico. E per ragioni di incertezza e voglia di decisioni più chiare sta procedendo a tappe forzate verso altri soggetti. Perfino Berlusconi, il campione dei moderati, lo ha capito e ne sta guidando la diaspora. Il centro siciliano vagheggiato da Cordaro nel sondaggio di un mese fa, sulle ultime intenzioni di voto dei siciliani, assumeva la ridotta misura del 3%.
È chiara la strenua volontà di colonnelli o sergenti, i generali sono o a riposo o scomparsi, di resistere come nel deserto dei tartari di Buzzati. Una resistenza di carriere personali che nulla hanno a vedere con la politica e la sua rappresentanza.
È il tentativo di nascondersi dietro all’onesto Nello per un manipolo di reduci di vecchie avventure che non si ritrovano in un mondo cambiato. Poi magari verrà sacrificato per posti nel listino o seggi nazionali.
Vorreste dirci che la transizione ecologica e quella digitale sarebbero interpretati da Cordaro nelle vesti di Greta Tumberg e Musumeci in quelle di Zuckerberg?
La Next Generation Ue di donne e Giovani verrebbe raffigurata da un governo abbastanza anziano in cui l’unica donna ci è entrata di straforo per evitare ricorsi?
La Sicilia è molto cambiata in questi anni e non solo per la pandemia “straordinariamente ” , titoli da pravda se non fossero usciti dalla bocca di Cordaro, affrontata dal governo regionale. È una società che per il 20% campa di reddito di cittadinanza, con i giovani validi sempre più in fuga, e con le imprese al collasso.
In cui l’assenza di una mission da parte dell’amministrazione è evidente, come sarà evidente a breve la scomparsa dei dirigenti e funzionari che, per causa anagrafica, desertificheranno la macchina amministrativa.
L’appello ad un Musumeci bis è cosi accorato da sembrare disperato, come il tentativo di salvare il soldato Ryan del film di Spielberg. In quel caso si doveva salvare un giovane con tutta la vita davanti.
Qua tentiamo di salvare una Sicilia vecchia. Con schemi ancora più vecchi.
Gatto Silvestro