Sarà un’altra giornata di trasferimenti di migranti a Lampedusa, dove oggi è atteso l’arrivo del leader della Lega Matteo Salvini.
Ieri hanno lasciato l’isola – con i traghetti di linea e la nave Diciotti della Guardia costiera – 871 ospiti dell’hotspot dove, al momento, ci sono 809 persone a fronte di una capienza di 350 posti.
Secondo quanto pianificato dalla Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Viminale, 150 verranno imbarcati sul traghetto Sansovino che arriverà in serata a Porto Empedocle. A scortarli, due squadre di carabinieri. Sempre in mattinata, altri 50 migranti verranno trasferiti a Pozzallo con una motovedetta della Guardia di finanza e altri 50 ad Agrigento, su motovedetta della Guardia costiera.
La nave Diciotti, salpata nel cuore della notte con circa 800 profughi, è intanto arrivata a Porto Empedocle.
E’ in corso, con una grossa autogru, la rimozione dei barchini, utilizzati dai migranti per arrivare fino a Lampedusa, dal molo Favarolo.Le imbarcazioni vengono caricate su un camion che le trasferirà lontano dallo specchio d’acqua del porto.
Si tratta di un’operazione di pulizia anche in vista di nuovi approdi. Le condizioni del mare sono buone e si attendono nuovi sbarchi.
La Commissione consiliare diritti umani e diritto dell’immigrazione istituita all’interno del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Caltanissetta, apprese le rilevanti criticità che riguardano il Centro di permanenza per i rimpatri “Pian del lago”, e che si sono aggravate negli ultimi mesi, ha chiesto un sopralluogo immediato del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
“Le questioni più rilevanti – si legge nella nota della commissione – attengono le materiali condizioni dei trattenuti, la difficoltà di accesso ad una idonea assistenza medico-sanitaria e all’assistenza legale.
Molti stranieri vengono rimpatriati senza avere avuto la possibilità di esercitare il diritto di difesa e di nominare il proprio avvocato di fiducia. I difensori riescono ad acquisire la documentazione riguardante i propri assistiti, e richiesta all’ufficio immigrazione, con grande difficoltà e in ritardo, anche dopo i rimpatri, causando ciò la compromissione dell’esercizio del diritto di difesa. I colloqui tra Avvocati e assistiti risultano spesso inibiti per asserite ragioni organizzative dell’ufficio. Risulta, inoltre, che già da diverse settimane l’ufficio immigrazione non abbia a disposizione i mediatori. Ciò costituisce un fatto grave per l’impossibilità di assicurare, in maniera tempestiva e corretta, il compimento di tutte quelle attività essenziali, previste per legge, nei confronti dei trattenuti.
La mancanza dei mediatori – conclude la nota – più in generale, costituisce un grande ostacolo anche per gli utenti esterni al Cpr, che si recano presso lo sportello dell’ufficio immigrazione per pratiche spesso urgenti che di fatto rimangono bloccate”.