Il Comune ha aderito al “Consorzio etneo per la legalità e lo sviluppo” al fine di affidare a terzi, con finalità sociali, i beni confiscati alle associazioni criminali, anche di tipo mafioso. Lo ha fatto durante l’ultima seduta consiliare del 27 ottobre votando all’unanimità il punto all’ordine del giorno che era stato discusso e approfondito dalla III Commissione consiliare permanente presieduta da Maria Teresa Tricomi. Alla riunione presente anche il presidente del Consorzio, Agatino Pappalardo, incaricato l’11 giugno scorso.
Il Comune è assegnatario di beni confiscati alla criminalità organizzata da circa un ventennio. Nella zona di Cerza, infatti, sono presenti le residenze del boss Nitto Santapaola, tra questi anche l’appartamento nel quale venne assassinata la moglie, Carmela Minniti. Inoltre, appezzamenti di terreni della famiglia degli Ercolano. “Aderendo al Consorzio – ha commentato soddisfatto il sindaco, Carmelo Corsaro, – potremo partecipare attivamente alle iniziative che si svolgeranno nei settori complementari, affini o strumentali ai compiti istituzionali, nell’intento comune di promuovere la diffusione e il rafforzamento della cultura della legalità nel territorio. Sin dal mio insediamento – ha continuato il primo cittadino -, nel 2013, ho provato a presentare progetti che prevedevano una maggiore presenza istituzionale per la legalità sul territorio, dalla caserma della polizia provinciale all’istituzione di un ufficio del giudice di pace ma con scarsi risultati. Aderire al Consorzio, invece – ha concluso Corsaro -, ci permettere di lavorare in sinergia direttamente con altre realtà istituzionali come la Prefettura, ed essere guidati da un presidente che ha un bagaglio di esperienze in merito di tutto rispetto e che potrà accelerare o meglio valutare le strade da intraprendere”.
Il primo cittadino si riferisce al dott. Pappalardo, già componente del cdadel medesimo consorzio, nonché già questore di Messina e di Palermo e direttore nazionale della Dia. “Si impone ormai la necessità di comprendere al meglio come si debba affrontare un fenomeno così consistente, quale quello della gestione dei beni confiscati alle mafie – ha dichiarato il consigliere di opposizione, Paolo Schilirò, dopo aver sottolineato il ricco curriculum del presidente Pappalardo -. Esistono anche dei fiori all’occhiello nella gestione dei beni strappati alle mafie e la Sicilia rientra in questi casi, a dispetto della facile equazione mafia e Sud Italia. La lotta alla mafia – ha concluso il consigliere – non è solo quella dagli aspetti più cruenti, ma anche la scelta di inserire nell’agenda il tema della legalità, accanto a quello di lavoro e sviluppo”.
Per il presidente del consiglio comunale, Ivan Albo, già assessore per i beni confiscati alla mafia nella precedente sindacatura Corsaro, l’aver approvato all’unanimità la proposta di delibera per l’adesione al Consorzio «” prova e dimostrazione dell’alto valore e sensibilità politica dei componenti, di minoranza e di maggioranza”. “La presidenza di Agatino Pappalardo – ha continuato Albo – darà di certo preziosi contributi per il raggiungimento degli obiettivi che abbiamo da tempo immaginato ed individuato per iniziative sociali e di pubblica utilità per questi beni confiscati.
“All’epoca del mio interessamento assessoriale su quei beni mafiosi – ha continuato il presidente del consiglio comunale – suggerii la collocazione degli uffici del Giudice di Pace dell’hinterland e strutturammo, col sindaco Corsaro, anche la possibilità di trasformarli in edifici direzionali della polizia provinciale. Oggi – ha concluso Albo – si muovono altri progetti sul tavolo che ci nutrono di orgoglio per l’alto valore umano e sociale che li guidano”.
Il presidente del Consorzio, Agatino Pappalardo, autorevole protagonista della riunione consiliare, ha dichiarato: “questa sera avete concretizzato – ha detto – l’applicazione di un valore inestimabile che è quello della restituzione ai circuiti della legalità dei beni conseguiti col delitto dalle organizzazioni criminali nella nostra provincia. Il fatto che adottiate questo documento – ha continuato Pappalardo – oggi ha un’importanza storica particolare. In questi mesi, infatti, la commissione antimafia costituita presso la Regione Siciliana ha avviato un monitoraggio sulla gestione dei beni confiscati alla mafia. Avete in mano ora – ha concluso rivolgendosi agli amministratori – uno strumento per intercettare le istanze del territorio, favorire l’associazionismo locale e realizzare obiettivi concreti”.