L’Ospedale di Petralia Sottana è dotato di due tunnel di sanificazione, uno per le ambulanze e l’altro per il personale sanitario del 118. Mai utilizzati e semidistrutti dalle forti raffiche di vento. Ci troviamo sulle Madonie, a circa 1000 mt slm.
Oltre 29 mila euro per la consegna e messa in opera, nello spiazzale antistante il nosocomio, destinato a parcheggio.
L’Apptech, un’azienda del bergamasco, si è aggiudicata la fornitura e l’istallazione di altre 4 strutture di sanificazione. Due alla “Casa del Sole” di Palermo, una al “Civico” di Partinico e l’altra al “Cimino” di Termini Imerese.
L’Asp di Palermo ha aggiudicato la fornitura per € 146.079,15, inoltre, ha acquistato dalla stessa azienda oltre 41 mila euro di soluzione alcolica igienizzate, che sarebbe stata utilizzata nei cinque impianti di nebulizzazione, sistemati ai margini delle tensostrutture.
Il condizionale è d’obbligo, soprattutto in tempi di pandemia.
Un dipendente della Società che gestisce il servizio 118 (ci ha chiesto di rimanere anonimo) ha riferito a QdS che sono tre gli impianti di sanificazione delle ambulanze e del personale, prima di svestirsi delle tute di protezione, attivi in tutta l’Asp di Palermo e sono quelli istallati alla “Casa del Sole” di Palermo e al “Civico” di Partinico.
«Non ci hanno mai indicato Termini per le operazioni di sanificazione», riferisce l’infermiere, «mi risulta – continua – che da qualche giorno sono attivi i tunnel di Partinico (ambulanza e personale, ndr)».
Le ambulanze del 118 in servizio in tutta l’area di Palermo est, fino ai confini dell’ex provincia di Messina, passando per Cefalù, Castelbuono compreso, vengono sanificate alla “Casa del Sole”
Al termine del servizio “Covid”, lasciando scoperte le aree di competenza per circa tre ore, gli equipaggi vanno di corsa a Palermo, dove avvengono le operazioni di sanificazione degli automezzi e del personale.
Se i tunnel del “Cimino” fossero attivi, acquistati e installati anch’essi con oltre 29 mila euro, si sarebbero risparmiate e si risparmierebbero ingenti risorse economiche. Una nota di “colore”. Il tunnel per la sanificazione dell’ambulanza è installato in maniera non conforme ai protocolli. Tra l’altro. lee ambulanze non hanno una via d’uscita diversa dall’entrata.
Chi pagherà per tutto questo?
Risulta a QdS che, l’abbiamo documentato, neanche i due tunnel di Petralia Sottana sono mai stati utilizzati, adesso divelti a causa del vento.
Come da “capitolato tecnico”, asseverato dal verbale di consegna e collaudo, non abbiamo dubbi che i materiali e le attrezzature siano nuovi di fabbrica e al tempo perfettamente funzionanti.
Il dubbio si insinua, invece, sul perché, nonostante le vigorose rimostranze, l’Asp abbia indicato un luogo inidoneo ed esposto ai venti, per il posizionamento dei “tunnel”.
Contestazione avanzata da parte di chi lavora da decenni al “dell’Alto”, che conosce l’intensità delle raffiche di vento e che preferisce mantenere l’anonimato, «non riportate il mio nome, l’Asp ci tiene sotto tiro», dice, laconicamente, a QdS (per la cronaca, ci troviamo in Sicilia, non in Russia).
Tuttavia, nell’ultimo periodo, la Direzione Sanitaria del nosocomio petralese, garantisce con un ozonizzatore la sanificazione dei mezzi.
Per gli equipaggi (prima della svestizione) si ricorre al sistema tradizionale di nebulizzazione manuale, affidato a turno al personale in servizio.
Metodi tradizionali, come lo spreco di risorse, che potevano essere destinate, invece, per acquisto di altre indispensabili “attrezzature generiche”, o “beni economali”. Così si chiamano i capitoli di spesa dove sono stati imputati i costi.
QdS ha chiesto spiegazioni all’ASP di Palermo in merito ai due impianti di sanificazione di Petralia e Termini, mai utilizzati.
“Si sta provvedendo al ripristino ed al consolidamento della struttura danneggiata da eventi atmosferici”, scrivono in una nota.
“Per quanto riguarda il “tunnel” di Termini Imerese – si legge – è regolarmente attivo e funzionante. Gli accessi all’utilizzo – all’occorrenza – sono decisi dal Servizio 118”.
Tuttavia, un dirigente della S.E.U.S., in merito all’impianto del “Cimino”, ci ha confermato che «non possiamo utilizzarlo, attendiamo che l’ASP di Palermo metta a disposizione del personale addetto in quanto noi siamo fruitori del servizio, come da disposizione assessorile. Inoltre è ubicato nell’area parcheggio e il rischio biologico è alto».
Anche in questo caso è stato chiesto l’anonimato, «per evitare ulteriori frizioni».