Sanità, gli Usa non sono un modello

In un certo senso la storia dell’Italia, dopo il 1500, può essere illustrata come una successione di fasi nelle quali il popolo italiano, con il suo grande lavoro e la qualità dello stesso, crea un grande benessere, alle quali succedono fasi nelle quali un “potere” qualsiasi, politico o militare: eserciti stranieri, chiese, dittature, guerre, inflazioni, fazioni, capitani di ventura, cigni neri di ogni tipo, si appropriano del risparmio frutto del “saper fare” del lavoro italiano. E il secondo segreto del popolo italiano è la sua capacità di ricominciare sempre daccapo.

Mi fa molto piacere ripetere queste parole qui a Mirandola il cui sviluppo industriale ho avuto la fortuna di avere seguito, passo passo, dalla seconda metà degli anni ’60 del ‘900, grazie all’amicizia di Mario Veronesi e dei suoi collaboratori che rappresentano il modello ideale dell’Italia del “saper fare” che io amo e cerco di raccontare da tanti anni. A Mirandola ho imparato molte cose e sono grato a Voi per questo. Se saprete restare fedeli al Vostro modello, ai vostri eroi, alla vostra serietà imprenditoriale e manageriale, al buon lavoro che si respira in tutta la provincia di Modena, io non riesco a vedere davanti a voi altro che sviluppi positivi, felici ed esemplari, rafforzati dal maggiore interesse e impegno per la salute e la spesa sanitaria suscitati dal Covid-19. E non è questo che esce dalla sua bisaccia un piccolo dono. Biotecnologie, tecnologie digitali applicate all’ambiente, alimentari, agricoltura specializzata, energie rinnovabili sono i settori per i quali ci si aspetta sviluppi importanti a lungo termine.

Secondo alcuni analisti seri il piano italiano è deludente come allocazioni proprio nella ricerca e nella sanità, due settori di punta. Probabilmente si poteva, si doveva e si dovrà fare di più, ma le aspettative di sviluppo per questi settori non sono strettamente legate al piano italiano. Le biotecnologie e tutto ciò che si collega alla sanità si svilupperanno in modo vigoroso di forza propria, perché sono attività che danno risposte utili a bisogni fondamentali. La spesa sanitaria italiana deve aumentare di 2-3 punti di PIL per mettersi in linea con altri paesi importanti sul livello di spesa. Questo aumento è fondamentale ma non basta. Non è sufficiente spendere di più. Bisogna spendere molto meglio. E gli Stati Uniti non sono un buon modello, come spiega, con chiarezza, Stephanie Kelton: “Qual è allora il problema? Perché anche se spendiamo più soldi non viviamo vite più lunghe e più sane?”

Secondo Stephanie Kelton la risposta a questa domanda centrale è che negli Stati Uniti 28.5 milioni di americani sono tuttora privi di assicurazione sanitaria e se a questi aggiungiamo tutti gli americani che con difficoltà riescono a sostenere le spese sanitarie di cui necessitano per causa della insufficiente copertura, cosiddetta sottoassicurazione, nel 2019 ammontavano a 87 milioni di americani che non riuscivano ad avere cure adeguate. Questo esempio dovrebbe aiutarci a capire che patrimonio prezioso sia per noi il SSN. Facciamo dunque fronte comune contro i delinquenti politici che fanno di tutto per massacrarlo e facciamo fronte comune a sostegno di un’industria di biotecnologie e di ricerca sanitaria in primo piano. Diciamo a voce molto alta che tutto ciò che aiuta la salute del nostro popolo non è una spesa è un investimento prezioso il cui ritorno economico è estremamente più utile di quanto si spende. Poche spese sono più redditizie, nel lungo termine, di quelle che si sostengono per la salute del popolo.