Sanità

Sanità, l’assessore Volo al QdS: “In esecuzione il Piano per ridurre le liste d’attesa”

La condizione del servizio sanitario regionale siciliano è affare complesso e delicato, frutto di decenni di ritardo – o cattiva gestione – rispetto alle più performanti regioni italiane. Come documentato mercoledì dal Quotidiano di Sicilia, il divario tra i Livelli essenziali di assistenza (Lea) della sanità in Sicilia e quelli delle regioni che più spingono per ottenere l’attuazione dell’autonomia differenziata anche – o principalmente – sul comparto sanitario è estremamente ampio. All’ampio approfondimento della nostra testata sulla sanità siciliana e sui rischi derivanti dall’autonomia differenziata in sanità, si è aggiunta lo stesso giorno la relazione dell’Agenas – che vede la Sicilia all’ultimo posto per il raggiungimento degli obiettivi della Missione 6 del Pnrr – subito commentata dalla segretaria generale dello Spi Cgil Sicilia.

La Sicilia in ultima posizione per over 65 assistiti a domicilio

Secondo il monitoraggio dati dell’Agenas, l’agenzia nazionale sui servizi sanitari, nel 2023 in Sicilia gli over 65 assistiti a domicilio sono aumentati appena dell’1%. Il programma di assistenza domiciliare (Adi) è previsto dalla Missione 6 del Pnrr. Sullo stesso obiettivo, la provincia autonoma di Trento ha registrato nello stesso anno un +235% e l’incremento medio nazionale è del 101%. La Sicilia quindi si colloca ultima posizione con uno scarto abissale rispetto all’incremento medio del paese ed anni luce dalla capolista nazionale. In pratica la Sicilia si è fermata a soli 200 assistiti in più, quando l’obiettivo da raggiungere sarebbe stato un incremento di 39.121 assistiti. Percorso di sistema assistenziale a domicilio il cui traguardo è fissato a 800.000 assistiti sul territorio nazionale entro il 2026.

C’è di più. Nella relazione dell’Agenas, la Sicilia è contrassegnata con un asterisco, perché in occasione dell’ultimo monitoraggio non è stato trasmesso il dato aggiornato. Argomenti sufficienti per una dura critica dallo Spi Cgil Sicilia, la cui segretaria regionale, Maria Concetta Balistreri, dichiara: “Delle due l’una: o la sanità siciliana è in mani incompetenti o, peggio, disattente. Incapaci, cioè, anche solo di raccogliere e trasferire dei dati al ministero che li richiede. Se il dato fosse dovuto al mancato riscontro alle richieste la cosa risulterebbe altrettanto grave e dimostrerebbe una manifesta incapacità dei dirigenti dell’assessorato. Qualcuno dovrebbe pagarne le conseguenze”.

Secondo Francesco Lucchesi, segretario confederale della Cgil Sicilia, con il ritardo della Sicilia sugli obiettivi della Missione 6 “viene pregiudicata l’erogazione di gran parte delle risorse per il 2023 (quasi 50 milioni previsti) e, se non si procederà alla spesa, anche di quelle del 2024”. Inoltre, aggiunge Lucchesi, “questa è la dimostrazione plastica del disastro del welfare siciliano e la certificazione dell’incapacità di gestire questi servizi e di progettarne lo sviluppo. Rischiamo – conclude Lucchesi – che le risorse destinate alla Sicilia vengano redistribuite”. Per Balistreri “una riorganizzazione del servizio, a questo punto, appare pressoché indispensabile, perché in questo quadro la casa come luogo di cura è diventata un miraggio, più che un’opzione concreta”.

Come esposto nel nostro approfondimento, oltre a carenza di personale medico e infermieristico e liste d’attesa interminabili, sulla sanità siciliana pende adesso una spada di Damocle chiamata “autonomia differenziata”, e per questo avevamo sentito vari pareri: Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe; Giuseppe Bonsignore, segretario regionale Cimo; Ernesto Melluso, portavoce del Forum salute pubblica Palermo. Abbiamo rivolto alcune domande anche all’assessore regionale della Salute, Giovanna Volo.

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Sanità siciliana, l’intervista all’assessore Volo

Assessore, come procede la ricerca di medici all’estero? Quanti hanno risposto al bando e quali saranno i tempi per l’inserimento?
“È stato emanato un avviso privo di termine di scadenza per complessivi 1.494 medici. Dopo la selezione delle domande sinora pervenute, sono stati ammessi con diversi provvedimenti 88 medici stranieri ed è in corso attività istruttoria per altri 12. L’inserimento è subordinato e condizionato alle procedure da svolgersi a cura delle Aziende sanitarie di assegnazione e alla necessaria collaborazione dei Comuni per il reperimento dell’alloggio”.

Il budget annuale è sufficiente alla copertura delle prestazioni presso strutture private convenzionate oppure si raggiungono i limiti sul Drg prima di fine anno?
“La misura annuale dei budget è fissata dalla normativa nazionale, dalla quale non è possibile discostarsi. La eventuale maggiore produzione non è finanziabile, a maggior ragione da parte di una Regione sottoposta a Piano di Rientro”.

L’attuale livello dei Lea per la sanità siciliana è tra i più bassi in Italia, quali saranno le prossime linee di intervento per migliorare i Livelli e per ridurre le liste d’attesa?
“I dati di valutazione riportati attengono all’anno 2022 e quindi condizionati anche dall’influsso pandemico. Molteplici sono gli interventi migliorativi per le aree più critiche rilevate (Sanità del Territorio, screening, vaccini) inseriti nel Piano Operativo 2023/2025 presentato al Tavolo ministeriale. Oltre alla gestione degli interventi finanziati dal Pnrr, tra le misure programmate per migliorare il sistema appare utile menzionare l’attuazione del DM 77, attraverso l’attivazione delle prime Case di comunità e Ospedali di comunità. Il piano per la riduzione delle liste d’attesa è già in esecuzione e dal suo periodico monitoraggio si ricava una marcata riduzione dei ritardi accumulati, che ha pressocchè portato all’azzeramento delle liste fino al 2022”.

L’autonomia differenziata in sanità è, secondo varie realtà interpellate dal Quotidiano di Sicilia, una riforma che assesterà un durissimo colpo alla sanità pubblica siciliana; lei cosa ne pensa?
“Non si può ancora valutare l’impatto di un disegno riformatore del quale non sono noti i dettagli, ma molte delle problematiche che al momento affliggono il Sistema sanitario, fra le quali la carenza di medici, ci accomunano a molte altre realtà regionali”.