La croce portata da tanti, l’invito alla resistenza, alla parola, a non avere paura. A pochi giorni dalla fine delle festrività agatine, con le operazioni di pulizia delle strade ancora in corso e l’attesa per l’Ottava, risuonano ancora le parole delle omelie dell’arcivescovo di Catania.
Monsignor Renna, nella sua prima edizione di sant’Agata, ha svolto il ruolo del pastore, fungenfo da guida e richiamando la comunità cristiana ad aprire occhi, mente e cuore, in un momento così delicato della storia e della città. Senza sindaco e con le elezioni tra qualche mese, Renna non ha esitato e ha affrontato temi caldi, particolarmente apprezzati dall’Ugl.
“Riecheggiano ancora forti a Catania le parole pronunciate dall’arcivescovo Luigi Renna nelle sue omelie in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant’Agata – sostengono i rappresentanti del sindacato etneo. Soprattutto quelle nei confronti della politica e di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica, con un invito alla speranza per un impegno civico che può ed è stimolato a rialzare e liberare la città dalla rassegnazione”.
Messaggi dal forte impatto che l’Ugl e il suo segretario territoriale Giovanni Musumeci rilanciano. “Non è solo una questione legata alle prossime elezioni comunali, a conclusione del lungo periodo di alterne vicende che ha vissuto in questi anni Palazzo degli Elefanti, ma a nostro avviso è un fatto connesso a quell’assenza di visione di prospettiva e di senso di comunità. Quello che serve quando i giochi saranno fatti e Catania avrà una nuova amministrazione che dovrà affrontare i problemi di tutti i giorni e occuparsi del futuro, senza avere paura. I problemi, grandi e piccoli ormai li conosciamo – sottolinea Musumeci – e sono sotto gli occhi di tutti, motivo per cui diventa superflua ogni litania che li possa ancora una volta elencare quando invece c’è estremo bisogno di azione e determinazione”.
“Quello del nostro arcivescovo è un chiaro invito alle forze buone e autentiche di questa città, che non possono stare più a guardare inermi i giochi di palazzo e devono metterci la faccia scendendo in campo per pretendere un riscatto del territorio. Facciamo appello quindi a chi non vuole rassegnarsi e a chi non ha timore di reclamare con fermezza un’inversione di tendenza rispetto al baratro verso cui Catania sta scivolando. La cosiddetta deadline è stata già fissata da quella stessa politica che non può più pensare a questo orizzonte per l’ennesima corsa al consenso, ma per costruire qualcosa di nuovo e partecipativo a tutti i livelli. Quello spirito di partecipazione – conclude il segretario della Ugl catanese – che deve essere nuovamente trasferito a quella porzione di cittadini sfiduciati, che hanno bisogno di poter trovare un punto di riferimento chiaro e specchiato per tornare ad esprimersi all’interno di una cabina elettorale. Rimaniamo sempre pronti a confrontarci con chi ha colto il monito di monsignor Luigi Renna, nella certezza che il tempo stringe e sarebbe davvero un oltraggio lasciare la nostra Catania alla deriva”.