Pezzi di Pizzo

Santo Silvio

Le condizioni di salute di Silvio Berlusconi preoccupano il Paese. Preoccupano gli amici ansiogeni, preoccupano i nemici auspicanti. È un diluvio di messaggi di auguri di pronta guarigione, in seguito al ricovero in terapia intensiva al Raffaele di Milano. In politica le parole amicizia, affetto, gratitudine non esistono. Ma le parole paura e convenienza sono fondamentali. Nonostante la crescita di altri soggetti politici la figura di Berlusconi resta centrale. Cosa succederebbe oggi se non ci fosse più Berlusconi nel centrodestra? Una frana che lo travolgerebbe. I parlamentari di FI, tranne pochi casi ormai, non hanno una caratura politica e psicologica capace di farli resistere ad un’ansia di assenza del Capo.

Tajani sarebbe in grado di sostituirlo? Non scherziamo, lui Silvio ha sempre tenuto tutti divisi e distanti, rimanendo lui colla ed unico referente. È sempre stato un maestro del divide et impera, meno feroce e più dialogante degli imperatori romani, ma sempre assolutista.

A nessun alleato farebbe bene la sua scomparsa perché le sue truppe si squaglierebbero come neve al sole, come i suoi voti. Qualcuno pensa di ereditarne qualcuno, ma non abbastanza.

E l’attuale maggioranza ha numeri che non sono Bulgari. Di fatto conviene a tutti, Meloni e Salvini in primis, che Berlusconi si rimetta e continui a tenere unito il centrodestra. Ma oggi conviene pure all’opposizione che del suo patrimonio, per come sono combinati, non erediterebbe nulla, né parlamentari, né voti presi e né astenuti in attesa. L’unico che potrebbe ambire a ricavarne vantaggio sarebbe Renzi, che di fatto è il primo ad augurargli prontissima guarigione, per non fare la parte dell’avvoltoio, oltre che per rispetto di un uomo a cui in parte si ispira.

Berlusconi non è sostituibile oggi. Del diman, sappiamo, non c’è certezza. Sarebbe più facile sostituire Papa Francesco che Berlusconi, almeno lì c’è una procedura, si chiama Conclave.

Così è se vi pare.