RAGUSA – C’è anche la somma per la realizzazione della Ragusa-Catania tra gli investimenti sbloccati dal Governo nazionale.
Tra i 9,6 miliardi di euro previsti, infatti, vi rientrano i 750 milioni di euro necessari per l’arteria tanto desiderata di cui si parla, ormai, da troppi decenni. L’annuncio è arrivato dai ministri Giuseppe Provenzano e Paola De Micheli. Si tratta di un altro piccolo step che di fatto consente di tenere alta l’attenzione sull’argomento e che ha rincuorato chi, nelle province interessate, preme per la realizzazione dell’opera.
Restano comunque diversi i nodi da sciogliere, come evidenziano i membri del comitato promotore del raddoppio. “Le nostre fonti, tutte concordanti a oggi – hanno detto – indicano che Anas, indicato come soggetto attuatore, non abbia completato il perfezionamento della pratica che prevede il passaggio e il nuovo progetto definitivo. Quindi burocraticamente siamo fermi al Cipe di agosto scorso; in tutto questo tempo, sino ad ora, vi sono state solo delle informative senza vincolo di decisione finale. Oramai è comunque assodato che al prossimo Cipe sarà deliberato il nuovo quadro finanziario, questa volta, tutto pubblico. Il moloch è sempre il passaggio burocratico che è in attesa di recepire le nuove disposizioni normative (Mille proroghe), il nuovo contratto di programma Anas ed altre disposizioni; a oggi, quindi, il nuovo progetto definitivo non è completato”.
Grande soddisfazione arriva anche dalle organizzazioni sindacali. “La notizia dello sblocco dei 750 milioni di euro per la realizzazione dell’autostrada Ragusa-Catania – hanno riferito il segretario generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, insieme al segretario regionale della Filca Cisl, Paolo D’Anca, attualmente reggente per l’area Ragusa Siracusa, e al segretario generale Fit Cisl Ragusa, Nino Giannone – è uno di quei primi importanti passi che dovevano essere compiuti per ridare slancio alla concretizzazione dell’infrastruttura dopo i tanti tira e molla a cui avevamo assistito negli ultimi mesi. Il prossimo capitolo sarà rappresentato dalla seduta del Cipe nel corso della quale dovrà essere stabilita la modalità operativa ultima per far sì che quest’opera, attesa ormai da decenni dall’intero territorio del Sud Est, possa trovare una definitiva attuazione”.
Anche la Cgil la definisce una “tappa importante che s’inserisce all’interno della nuova configurazione che il governo ha dato per quest’opera, e cioè quella di farla interamente con fondi pubblici, abbandonando definitivamente il project financing. Inoltre è importante che quest’opera parta col piede giusto in termini di livelli occupazionali, qualità del lavoro, sicurezza e trasparenza nella gestione dei flussi finanziari e degli appalti. Ricordiamo che quest’opera è in discussione da più di trenta anni”.