I carabinieri della compagnia di Agrigento sono riusciti, nell’arco di 48 ore, ad identificare gli autori del raid vandalico che, nella notte fra venerdì e sabato, ha deturpato la scogliera di marna bianca della Scala dei Turchi di Realmonte (Agrigento). Sembra che uno dei presunti autori abbia dei precedenti relativi proprio ad atti vandalici. Secondo quanto riferito dal procuratore Luigi Patronaggio a Skytg24, “Risulta essere già stato sottoposto a misura di prevenzione e da ultimo nuovamente riproposto (proposta tuttavia rigettata dal Tribunale di Palermo), ed è sottoposto al divieto di avvicinamento ad Agrigento disposto dalla Questura”.
Fondamentali le immagini della videosorveglianza utilizzate dagli investigatori per risalire agli autori dell’atto vandalico che ha danneggiato il sito naturale siciliano poi ripulito da volontari che lo hanno riconsegnato al suo splendore.
La falesia, candidata a diventare patrimonio dell’umanità Unesco, era stata imbrattata con polvere di ossido di ferro rossa. La Procura di Agrigento aveva subito aperto un fascicolo, inizialmente a carico di ignoti, per l’ipotesi di reato di danneggiamento di beni avente valore paesaggistico.
Uno dei responsabili dell’imbrattamento della Scala dei Turchi, la famosa scogliera di marna bianca a Realmonte, nell’Agrigentino, la cui immagine ricoperta di vernice rossa ha fatto in questi giorni il giro del mondo, è stato individuato ed è una vecchia conoscenza di Striscia la notizia, che lo aveva già denunciato in tre servizi, il primo andato in onda nel 2019.
Domenico Quaranta, originario di Favara, fa sapere lo staff di Striscia la notizia in una nota, era infatti già stato raggiunto dalla inviata Rajae per avere danneggiato diverse opere nell’agrigentino.
I carabinieri, prosegue la nota, hanno indagato nelle ultime 48 ore per identificare colui che ha deturpato uno degli scorci più belli della Sicilia, meta di migliaia di persone che ogni anno accorrono per ammirare la parete bianca che si scaglia a strapiombo sul mare cristallino. L’uomo è definito un “imbrattatore seriale”, come già dimostrato anche nel servizio realizzato lo scorso febbraio da Striscia, conclude la nota.