Economia

Scarse informazioni, boom di risarcimenti per risparmiatori

ROMA – Chiuso il 2021, si conclude anche il primo quinquennio più produttivo dell’Arbitro per le controversie finanziarie. Per chi non lo sapesse, l’Acf nasce il 9 gennaio 2017 e non è altro che uno strumento istituito dalla Consob semplice, veloce, intuitivo e sopratutto gratuito, messo a disposizione del soggetto coinvolto in qualche investimento, per risolvere controversie con gli intermediari, quali possono essere ad esempio le banche.

RICORSI: IL 38% AL SUD


Il 2021 è stato l’anno record di risarcimenti a favore dei risparmiatori: il 38% dei risparmiatori ricorrenti risiede al Sud. Un dato leggermente più basso rispetto al 2020 che aveva registrato una percentuale del 44,6% (a seguire il Nord con il 37,1% e il Centro (17,7%)
Tornando al 2021, in termini quantitativi si evidenzia la prevalenza di ricorrenti residenti nel nord del Paese (42,6%). Restano distanziati i risparmiatori del centro Italia (18,6%) e marginale la presenza di ricorrenti residenti all’estero (0,8%): si tratta di dati coerenti con quelli fatti registrare nell’intero quinquennio.

BOOM RISARCIMENTI


Sono questi alcuni dei dati più salienti che emergono da un primo consuntivo del lavoro svolto dall’Arbitro nel 2021: con quasi 36 milioni di euro rientrati nelle tasche dei risparmiatori, è stato toccato un nuovo massimo a fronte dei 28,9 e dei 15,77 milioni di euro risarciti rispettivamente nel 2020 e nel 2019. Sale, così, ad oltre 120 milioni di euro l’ammontare complessivo dei rimborsi decisi dall’Acf nel suo primo quinquennio di operatività.

RICHIESTE: DA 10 A 500MILA €


Resta rilevante il valore complessivo dei risarcimenti richiesti, attestatisi nel 2021 a poco più di 81 milioni di euro, con una media a ricorso di oltre 51 mila euro. La richiesta minima è stata di 10,92 euro; quella massima di 500.000 euro, corrispondente al valore massimo di competenza dell’Acf.
Nel complesso, nel quinquennio 2017/2021, sono pervenuti 8.695 ricorsi, con richieste risarcitorie per oltre 480 milioni di euro (circa 56 mila euro, in media, a ricorso).
In tutto, nel 2021 sono stati conclusi 2.107 procedimenti, a fronte dei 1.582 ricorsi in entrata, portando così a 7.373 il numero dei ricorsi definiti nel quinquennio 2017/2021. Al 31 dicembre scorso è salito a 4.868 il numero delle decisioni pubblicate e consultabili all’indirizzo www.acf.consob.it (erano 3.302 al 31.12.2020).

PERCHÉ SI LITIGA

Le dinamiche relazionali continuano ad essere al centro dei motivi di conflitto tra risparmiatori ed intermediari. Critica si rivela essere, prima di ogni altra, la fase dell’informativa propedeutica alla scelta d’investimento. Ciò di cui i risparmiatori spesso si dolgono è l’inadeguatezza del flusso informativo riceuto per farne scaturire scelte d’investimento effettivamente consapevoli. Su questo fronte numerose oramai sono le decisioni assunte dal Collegio dell’Acf, in cui sono stati elaborati orientamenti che, partendo dai casi pratici esaminati, hanno condotto all’elaborazione di principi generali che, correttamente intesi ed applicati, possono rivelarsi particolarmente utili per rimuovere ex ante buona parte dei motivi di contenzioso.

INIZIATIVE PER IL 2022

È intendimento dell’Arbitro, si legge nel rapporto, realizzare nel 2022 iniziative di confronto con gli stakeholders e con le associazioni rappresentative, al fine di ricevere feedback sull’attività sinora svolta e sulla qualità percepita dei servizi erogati, con l’obiettivo di adeguarne costantemente il livello ai bisogni dell’utenza.
Proseguirà, infine, e troverà ulteriori forme di consolidamento il rapporto di collaborazione, oramai strutturato, con l’Arbitro Bancario Finanziario (Abf) e, non appena possibile, anche con l’istituendo Arbitro assicurativo (Aas).

Vanessa Amico e Patrizia Penna