Sanità

Virus, un altro allarme dalla Cina, “H5N8 può essere pericoloso”

Il 20 febbraio scorso un monito lanciato dalla Russia per il virus, l’H5N8, cioè quello dell’influenza aviaria, che di norma colpisce solo uccelli selvatici e avicoli.

Sette lavoratori della regione di Astrakhan, nel sud del Paese, avrebbero contratto il virus H5N8 in una mega fattoria di galline, senza però manifestari sintomi.

Il virus, come sempre accade, sarebbe poi circolato fino in Spagna: tre i focolai accertati negli ultimi mesi tra gli uccelli selvatici dal Ministero dell’Agricoltura, dopo il ritrovamento delle carcasse a gennaio di tre cicogne morte e un’oca a Girona, e i resti di un’altra oca a Zamora.
«Il rilevamento di questo caso non implica un rischio per la salute pubblica, poiché studi genetici basati sull’analisi delle sequenze del virus completo dimostrano che il virus aviario è senza affinità specifica per l’uomo», aveva rassicurato a febbraio il Ministero spagnolo.

Tuttavia, secondo George Fu Gao, direttore generale del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, Weifeng Shi, direttore del Laboratorio di riferimento per le malattie infettive emergenti presso le università dello Shandong, i virus dell’influenza aviaria possono causare «pandemie disastrose» negli esseri umani.

Per i ricercatori, il virus contratto dai lavoratori russi nell’Astrakhan – appartenente al sottogruppo 2.3.4.4b – presenta delle mutazioni “preoccupanti” che sembrano aumentare la sua affinità per le cellule umane.

«È imperativo che la diffusione globale e il rischio potenziale dei virus dell’influenza aviaria H5N8 per pollame, uccelli selvatici e salute pubblica globale non vengano ignorati», hanno avvertito i due esperti cinesi, e secondo loro questo spiega la la macellazione di oltre 20 milioni di pollame in Corea del Sud e Giappone.

Infine, sempre secondo i due studiosi, la sostituzione di piccole fattorie familiari con grandi aziende industriali, in grado di rispettare rigide disposizioni di biosicurezza, potrebbe contribuire a ridurre il rischio di circolazione del virus.