“Chi la vuole cotta e chi la vuole cruda”.
L’antico detto citato dal presidente della Regione Nello Musumeci si adatta perfettamente anche alla differenza di atteggiamento tra i governatori italiani.
In Lombardia e in Sicilia, infatti, rispettivamente epicentro della pandemia nella prima ondata e nuovo scenario di diffusione del virus, scatta da oggi e fino alla fine di gennaio la zona rossa, ma con spirito opposto.
Mentre il Presidente siciliano, con grande senso di responsabilità, ha invocato lui stesso la chiusura, il leghista Attilio Fontana ha annunciato un ricorso contro la decisione del Governo nazionale, a suo giudizio basata su dati superati. Considerazione falsa alla luce dei dati diffusi ieri e secondo i quali, con la Sicilia, la Lombardia ha il maggior numero di test positivi in tutt’Italia.
Per la cronaca, il terzo territorio in zona rossa è la Provincia autonoma di Bolzano. E anche l’Alto Adige, dove già si piangeva miseria per il flop della stagione sciistica, preannuncia battaglia.
Per il resto, sono cinque le regioni che restano in fascia gialla: Campania – che ha lavorato molto bene con il governatore De Luca -, Sardegna, Basilicata, Toscana e Molise, così come la Provincia autonoma di Trento.
Tutte le altre saranno arancioni, per un Paese che in gran parte manterrà le restrizioni del periodo natalizio di fronte a una circolazione sempre molto minacciosa del virus.
“Le ordinanze sono costruite sulla base di dati oggettivi e indirizzi scientifici – ricorda il ministro della Salute Roberto Speranza -. Hanno la finalità di contenere il contagio in una fase espansiva dell’epidemia. Per questo rispettarle è decisivo se non si vuol perdere il controllo del contagio”.
La conferenza stampa di Musumeci
La zona rossa, ottenuta dal governo regionale a seguito della richiesta avanzata al ministro della Salute, è stata chiesta sulla base dei dati relativi alla costante e graduale crescita dei contagi.
Anche i dati di contact tracing hanno suggerito l’adozione del provvedimento, posto che in genere la media regionale è oltre la soglia dei 50 positivi su 100mila abitanti e in molti casi addirittura sopra i 250/100mila (400/100mila a Messina).
Nella conferenza stampa di ieri a Catania, Musumeci ha detto a questo proposito che, se la zona rossa non dovesse funzionare, la Regione Siciliana attuerà misure ancora più rigorose e prorogherà il provvedimento, e che “se le misure non vengono osservate e se nessuno controlla e sanziona non otterremo alcun risultato”.
Minoranza incosciente di Siciliani
Musumeci ha sottolineato come esista “una minoranza di Siciliani che per incoscienza o per altro non rispetta le regole causando grandi sacrifici sociali ed economici a tutti gli altri” e come la decisioni sulla zona rossa siano state “sofferte e a lungo meditate” e adottate dopo “un attento esame con gli assessori Razza e Lagalla dei parametri, per ridurre l’impennata dei contagi, che ha seriamente preoccupato il governo e il sistema sanitario regionale”.
Le critiche dell’opposizione
“Ci saremmo aspettati che il presidente Musumeci in conferenza stampa annunciasse nuove e più efficaci misure di contrasto al covid. Ci saremmo aspettati comunicazioni sul potenziamento delle Usca, sul piano dei trasporti pubblici, su un più efficace programma di vaccinazioni rivolto esclusivamente ai soggetti aventi diritto, su un’azione efficiente di screening in particolare della popolazione scolastica, sul potenziamento delle terapie intensive. Invece di tutto questo non c’è nulla, c’è solo un ‘invito alla prudenza’ rivolto ai cittadini”.
Il commento è di Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars, secondo il quale “La zona rossa in sé non sarà efficace per ridurre i contagi se non verrà accompagnata da misure di contrasto che il governo regionale evidentemente continua a non prendere nella giusta considerazione”.
“Musumeci – ha aggiunto Lupo – si affida alle restrizioni previste dalla zona rossa per coprire le sue inefficienze e le sue responsabilità sulle azioni, mancate o sbagliate, per limitare i contagi si affida alla sola ricetta del ‘far rimanere le persone a casa’ e ‘chiudere le attività produttive’, sperando che nel frattempo il virus rallenti”.
Le nuove regole
L’ordinanza firmata da Musumeci recepisce i contenuti dell’ultimo Dpcm e in linea con quanto deciso dal governo nazionale per l’Isola.
Alle regole previste dalla normativa nazionale per la “zona rossa”, nell’ordinanza del presidente Musumeci, d’intesa con l’assessore alla Salute Ruggero Razza, sono state aggiunte delle misure ancora più restrittive: per esempio c’è scritto che non sarà consentito fare visita ad amici e parenti. Ma ieri in conferenza stampa Musumeci ha aperto alle visite ai parenti più stretti. Genitori e figli, niente nonni, zii o amici.
Un punto ancora non chiarissimo, che sicuramente andrà approfondito. L’apertura comunque c’è.
Per quanto riguarda le lezioni scolastiche, saranno in presenza i servizi educativi per l’infanzia (asili nido), la scuola dell’infanzia, la primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado, come prevede il Dpcm, mentre per le altre classi si continuerà con la didattica a distanza.
Restano sospese tutte le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per la vendita di generi alimentari e di prima necessità.
Aperti lavanderie, barbieri e parrucchieri, edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie. Divieto di entrata e di uscita dal territorio regionale, divieto di accesso e allontanamento dal proprio comune, salvo che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute.
Divieto di circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico e privato, all’interno del territorio comunale, ad eccezione di comprovate esigenze di lavoro, per l’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità, per ragioni di natura sanitaria.
In ogni caso è necessario portare con sé l’autocertificazione CLICCA QUI PER SCARICARLA
Diversamente da quanto previsto dal Dpcm, sono vietati anche gli spostamenti, una volta al giorno, verso una sola abitazione privata nei limiti di due persone per fare visita ad amici e parenti.
Vengono mantenuti i controlli per i passeggeri in arrivo nell’Isola: registrazione obbligatoria sul sito dedicato e tampone.
In linea col Dpcm, svolgeranno attività didattica in presenza i servizi educativi per l’infanzia, la scuola dell’infanzia, la primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado.
Tutte le altre classi scolastiche e le Università continueranno con la didattica a distanza.
Resta la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori e per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.