Il temutissimo stop dell’autotrasporto italiano, che era stato proclamato per oggi, 14 marzo, dalle aziende di autotrasporto a livello nazionale “per causa di forza maggiore” è stato bocciato dalla Commissione di garanzia per lo sciopero. Però, secondo una prima stima stilata sulla base dell’esito delle assemblee che si stanno svolgendo in varie regioni, oggi non accenderanno il motore circa 70.000 mezzi pesanti (fra bilici e autotreni), in seguito alla decisione delle imprese di autotrasporto di non caricarsi di ulteriori oneri finanziari per l’impossibilità a far fronte da sole agli aumenti record nel costo del carburante.
Già, nella serata di domenica 13 marzo decine di autotrasportatori hanno deciso di manifestare la loro rabbia per la crisi che li sta travolgendo occupando direttamente in autostrada. Da Caianello fino a Nola, passando dall’A1 all’A30, decine di camion hanno rallentato il traffico in autostrada, scortati dalla polizia stradale.
Solo grazie all’intervento in extremis di molte società della committenza, che hanno riconosciuto all’autotrasporto una parte degli extra costi in tariffa, il numero dei mezzi che non partiranno, non sarà di quattro volte maggiore.
“Ciò accade indipendentemente da qualsiasi sostegno e coordinamento – ha affermato Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – fornito dalla nostra Associazione a livello nazionale”.
“Trasportounito, quindi, per evitare ulteriori contenziosi con la Commissione scioperi, nel ribadire che non è mai stato proclamato un “fermo nazionale”, non può far altro oggi che confermare come ciascuna impresa sia libera di decidere se continuare o meno a sottostare ad obblighi contrattuali gravosi ovvero a subire ricatti operativi e finanziari”.