PALERMO – Scioperano anche in Sicilia i lavoratori della vigilanza privata. I sindacati regionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, guidati da Monja Caiolo, Mimma Calabrò e Marianna Flauto, confermano l’adesione allo sciopero nazionale, per l’intero turno lavorativo nelle giornate di domani e venerdì, dei lavoratori impiegati nei servizi pubblici essenziali in attività diverse dai servizi di sicurezza aeroportuale, proclamato con comunicazione del 28 giugno scorso delle Federazioni nazionali.
In Sicilia i lavoratori che aderiranno in tutto il territorio regionale effettueranno domani, un sit-in davanti ai locali della prefettura di Palermo dalle 9 alle 13. Sono circa 10 mila gli addetti al settore nell’Isola.
“Rinnovare un contratto – spiega Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia – non vuol dire peggiorare le condizioni e le tutele dei lavoratori del settore della sicurezza che già vivono una condizione lavorativa difficile e molto rischiosa”.
“Le controparti – prosegue – chiedono orari superflessibili, mano libera sui tempi determinati, una modifica del trattamento di malattia ed una proposta salariale insufficiente. Queste proposte vengono ritenute inaccettabili ed è per protestare contro queste proposte assolutamente irricevibili che abbiamo proclamato lo sciopero a livello nazionale”.
“Auspichiamo una pronta ripresa del tavolo di confronto – continua Marianna Flauto – con l’obiettivo di rinnovare il contratto della sicurezza nell’interesse di tutti gli addetti del settore, guardie giurate e addetti alla sicurezza non decretati. Chiederemo al prefetto di vigilare sulla corretta applicazione del contratto e di sanzionare tutte quelle aziende che operano in dumping non rispettando le regole. Oggi il fenomeno degli appalti aggiudicati al massimo ribasso, e parliamo anche di appalti pubblici, favorisce proprio queste pratiche pericolose che mettono in discussione diritti e salario. Bisogna intervenire su due fronti, da un lato il rinnovo contrattuale che garantisca a tutti i lavoratori del settore un salario dignitoso e norme contrattuali che tutelino veramente il lavoro, dall’altro sulle Prefetture e sul governo affinché si chiariscono le regole e si facciano applicare”.