Cronaca sindacale

Sicilia, sciopero dei treni martedì 13 dicembre contro Manovra: “Serve inversione di rotta per Sud”

Il personale di Ferrovie dello Stato ha annunciato uno sciopero in Sicilia per la giornata di martedì 13 dicembre, dalle ore 9 alle ore 13, contro la Manovra economica del Governo Meloni. Ad annunciarlo sono le sigle sindacali di Cgil e Uil.

“È una manovra – scrivono i sindacati in una nota – che non tiene conto del Mezzogiorno e dei problemi delle persone che ci vivono e ci lavorano. Che aumenterà anzi il divario con le regioni del Nord in termini di benessere, di servizi sociali, di diritti”.

I sindacati: “La Legge di Bilancio renderà povero chi è già povero”

I segretari di Cgil e Uil Sicilia, Alfio Mannino e Luisella Lionti, rilevano che “si tratta di una Legge di Bilancio che renderà più povero chi è già povero, che non favorisce quei lavoratori che pagano regolarmente le tasse, che faticano ad arrivare a fine mese e che devono ora subire anche la beffa dei condoni e della flat tax”. I sindacati siciliani alzano le barricate anche contro i voucher.

“È dimostrato – dicono – che certa flessibilità non produce sviluppo ma aumenta solo la precarietà e lo stato di incertezza dei lavoratori. Per non parlare delle pensioni con la previsione di meccanismi di fuoriuscita tarati su chi lavora regolarmente da anni, trascurando il lavoro saltuario, precario, stagionale che qui da noi prevale. L’opzione donna – sottolineano – Mannino e Lionti – è inoltre un’offesa alle lavoratrici”.

“Eliminare RdC farà precipitare i siciliani nel baratro”

Quanto alle misure di contrasto alla povertà Cgil e Uil Sicilia si chiedono se “effettivamente il Governo abbia contezza della situazione economica e sociale della Sicilia. Ci chiediamo il perché di tutto questo disinteresse. Eliminare il Reddito di Cittadinanza – affermano Mannino e Lionti – farebbe precipitare nel baratro migliaia di siciliani”.

“Chiediamo inversione di rotta per il Sud”

“Saremo in piazza – sottolineano i segretari di Cgil e Uil – per chiedere un’inversione di rotta con misure di sviluppo per il Mezzogiorno a partire da nuove politiche industriali ed energetiche, con l’aumento dei salari per fare fronte all’aumento dei prezzi, con misure di contrasto alla precarietà e alla povertà, con pensioni giuste”.

“Saremo in piazza anche – concludono – per dire no a qualunque progetto di autonomia differenziata che assesterebbe colpi durissimi alla scuola, alla sanità, a tutti i servizi e all’infrastrutturazione allontanando definitivamente la Sicilia dal resto dell’Italia e all’Europa”.