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Sclerosi multipla, cellule retiniche per contrastare la neurodegenerazione

Identificate particolari cellule retiniche in grado di contrastare i fenomeni di neurodegenerazione presenti nella sclerosi multipla. I ricercatori dell’Irccs Fondazione Bietti, in collaborazione con l’Irccs Neuromed e la Clinica Neurologica dell’Università di Tor Vergata, hanno evidenziato che particolari elementi retinici, le cellule bipolari, sono in grado di bloccare questi processi. Il dato emerge da uno studio supportato dal ministero della Salute e dalla Fondazione Roma, coordinato da Vincenzo Parisi (responsabile della Neuroftalmologia dell’Irccs Fondazione Bietti), e pubblicato sul ‘Journal of Clinical Medicine’.

La complessa architettura retinica può essere sintetizzata in tre classi di cellule: i fotorecettori retinici , gli elementi neuronali della retina e cellule bipolari che hanno il ruolo di connettere i fotorecettori alle cellule ganglionari. In questo studio, è stato rilevato che in pazienti con sclerosi multipla (88 soggetti selezionati tra settembre 2016 ed ottobre 2020 da una corte di 342 pazienti) i processi neurodegenerativi, che compromettono sempre le cellule ganglionari, possono arrestarsi a livello delle cellule bipolari. L’Irccs Fondazione Bietti ha effettuato svariati studi che hanno evidenziato come la valutazione morfo-funzionale della retina costituisca un ottimo modello in vivo per studiare i fenomeni neurodegenerativi in svariate patologie come il glaucoma, la sclerosi multipla, la malattia di Alzheimer o la malattia di Parkinson. Nel caso della sclerosi multipla, la comprensione dei peculiari meccanismi sottostanti a questo ruolo di ‘barriera’ delle cellule bipolari retiniche, può aprire importanti campi di ricerca atti a ridurre l’estensione dei processi neurodegenerativi con conseguente miglioramento delle varie forme di disabilità (visiva, motoria, sensoriale) che affliggono i pazienti.