PALERMO – Se per la tanto agognata continuità territoriale degli scali di Catania e Palermo i siciliani dovranno aspettare ancora almeno due anni (l’iter è stato avviato infatti appena due mesi fa), le cosiddette tariffe sociali, annunciate lo scorso novembre dal vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giancarlo Cancelleri, iniziano a muovere i primi passi. La Legge di bilancio 2020 mette una “pezza” di 25 milioni di euro l’anno per arginare il caro voli da e per i due principali aeroporti dell’Isola.
“Al fine di garantire un completo ed efficace sistema di collegamenti aerei da e per la Sicilia, che consenta di ridurre i disagi derivanti dalla condizione di insularità, e assicurare la continuità del diritto alla mobilità”, l’art. 124 della Legge n. 160/2019 prevede infatti “un contributo per ogni biglietto aereo acquistato da e per Palermo e Catania”. Contributo che, però, non è destinato a tutti gli abitanti dell’Isola: i “fortunati” che potranno usufruire di tale carezza per il proprio portafogli sono “a) studenti universitari fuori sede; b) disabili gravi ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104; c) lavoratori dipendenti con sede lavorativa al di fuori della Regione siciliana e con reddito lordo annuo non superiore a 20.000 euro; d) migranti per ragioni sanitarie con reddito lordo annuo non superiore a 20.000 euro” (art. 125).
Meglio di niente, certo, ma basteranno le risorse stanziate? Troppo presto per stabilirlo. Come ci ha spiegato di recente il Vice Ministro Cancelleri “al netto dei numeri forniti dall’Inps, che ci dicono quanti sono i disabili, e di quelli delle iscrizioni universitarie, che ci dicono quanti sono gli studenti fuori sede, non sappiamo con precisione i numeri delle altre categorie. Il 2020 sarà un anno sperimentale, dove capiremo se le risorse allocate sono sufficienti: partiremo col 30% di sconto rispetto al prezzo del biglietto, cominceremo a rimborsare e a un certo punto dell’anno capiremo se sono poche, troppe o giuste. Alla fine dell’anno avremo i numeri reali delle diverse categorie e a quel punto, nel 2021, riusciremo a mettere in piedi una norma più quadrata e saremo chirurgici, nell’attesa che si arrivi alla benedetta continuità territoriale”.
Stando a quanto spiegatoci da Cancelleri il progetto è quello “di realizzare un portale internet, a cui il cittadino si iscriverà presentando i documenti per poter dimostrare di appartenere a una delle fasce sociali per le quali prevediamo inizialmente l’applicazione della scontistica. Una volta registrato, riceverà un codice che potrà inserire al momento dell’acquisto del biglietto”.
Per avere ben chiaro il funzionamento del nuovo strumento che il governo centrale sta mettendo in piedi per combattere il caro voli dall’Isola bisognerà aspettare il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, che come stabilito dall’art. 126, ha sessanta giorni di tempo dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio per stabilire, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, “le modalità attuative del nuovo regime tariffario con particolare riferimento: a) alla quantificazione dello sconto; b) alle modalità e ai termini del rimborso dell’importo differenziale tra il prezzo dei biglietti aerei e la tariffa sociale applicata ai soggetti di cui al comma 125”.
Il regolamento dovrà essere poi approvato dal Consiglio di Stato e solo dopo potrà partire la costruzione del sito internet. A conti fatti, dunque, i primi rimborsi partiranno non prima dell’estate: se la percentuale di sconto dichiarata da Cancelleri venisse confermata, coloro che rientreranno nelle categoria sopra elencate risparmieranno il 30% dell’importo totale del biglietto aereo. Che tradotto in euro vuol dire 30 euro su una spesa di 100, 45 euro su 150, 60 euro su 200 e così via.
Prima di cantare vittoria attendiamo che le regole del gioco siano concretamente stabilite, nero su decreto del Mit.